NOI PROTAGONISTI
Gli attori che hanno calcato le scene con noi
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Elda Bardelli
La tradizione teatrale a San Marino era ben radicata, ma nonostante questo la Filodrammatica locale, se pur ricca di storia, si stava gradualmente spegnendo. Un po’ per gli impegni familiari e sociali di alcune colonne portanti del Gruppo, che non potevano più dedicare il tempo necessario e molto perché l’attività teatrale veniva soppiantata da mille altri interessi sviluppatisi nell’ambito della società sammarinese agli inizi degli anni 60.
Fortunatamente giunse a San marino una signora, Elda Bardelli, attrice professionista che, una volta stabilitasi definitivamente in Repubblica, assunse la direzione della Compagnia Sammarinese, alla quale fu assegnata la denominazione di Piccolo Teatro Arnaldo Martelli.
L’arrivo di Elda Bardelli rigenerò l’ambiente e portò nuovo entusiasmo. Si aggregarono nuove forze giovanili, fu linfa vitale per il Sodalizio che riuscì a superare il momento più critico e da allora di scioglimento non se ne parlò mai più.
Ricordo l’impegno, la passione, la competenza che Elda Bardelli metteva nel suo agire nell’ambito del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli. Pensava agli spettacoli da allestire, a volte furono persino quattro in una stagione, a come suddividere le parti fra gli attori, che a volte andavano anche reperiti. Anche a questo pensava Lei. Nei mesi estivi, caldi, afosi, spesso batteva in negozio con una vecchia macchina da scrivere, usando fra i fogli la cartacarbone, allora non si usavano le fotocopiatrici, i testi da rappresentare: tante copie quanti erano gli interpreti. E con l’arrivo dell’autunno e delle prime nebbie alle torri, alla sera, sul palcoscenico o nel sottoscala del Teatro Titano, Elda insegnava a tutti i trucchi del mestiere. Era esigente, dispotica, incarnava perfettamente quella che un tempo era la figura del Capocomico, ma al tempo stesso era generosa, non si risparmiava mai e sulle tavole del palcoscenico donava ai suoi allievi tutta se stessa, senza riserve.
Il carattere di Elda Bardelli era spigoloso e le piaceva essere protagonista e questo fatto, col passare del tempo, a volte, cozzava con le personalità dei giovanotti che intanto crescevano e stavano diventando uomini. Con la presunzione tipica dei dilettanti, ricordo che ritenemmo ad un certo punto della storia, di doverci scrollare di dosso il “giogo del Capocomico” ed inventammo la formula della “regia di gruppo” che come dizione ancora sopravvive, ma che in concreto, dal punto di vista teatrale, altro non è che una colossale fesseria.
Infatti il teatro, anche quello dilettantistico, diviene ad un certo momento disciplina, fatica, meticolosità e necessita sempre di una figura che immagini prima degli altri le atmosfere, i colori, i ritmi, i suoni, insomma in una parola le sfumature di uno spettacolo teatrale, che così e solo così, può divenire indovinato e quindi piacevole.
Affermo questo con cognizione di causa essendo stato io uno di quei “giovani” che agli inizi degli anni 60 seguirono Elda Bardelli. Assieme agli altri in questi molti anni ho cercato di capire, di attingere, di imparare. Qualcosa è rimasto e ora che giovane non lo sono più, assieme agli altri sopravissuti, ritengo che il nostro compito sia quello di trasmettere ai nuovi arrivati quel po’ di esperienza accumulata. Con l’obiettivo di far sopravvivere un’antica tradizione sammarinese e di onorare tutti coloro i quali si sono adoperati perché tutto questo arrivasse fino a noi.
E fra questi protagonisti certamente un posto di tutto rilievo spetta a Elda, anzi “la Signora Bardelli, come la chiamavamo noi, quella rompiscatole di cui ora sentiamo tanto la mancanza.
Marino Campanelli
L’asso di briscola di Marino Campanelli attore è indubbiamente la presenza scenica. Le caratteristiche fisiche, dinamiche e comportamentali di Marino sono uniche, irripetibili, preziosissime. Come si muove lui sulla scena, come la riempie, come gestisce la sua presenza sulle assi del palcoscenico non lo fa nessuno. Alto, ben piantato, distinto, signorile, elegante nei modi e nei portamenti, egli rappresenta perfettamente quello che nell’immaginario collettivo è la figura del fine borghese, dell’aristocratico, del nobiluomo. Ch’egli poi s’ispiri a qualche grande del passato, o che gli venga naturale non è dato sapere ed in fondo non c’importa: quando c’è stato da attribuire la parte di un commendatore, di un cavaliere, di un ecclesiastico (meglio se di rango) non abbiamo mai avuto dubbi, e sicuramente non ne avremo se in futuro ci sarà da rappresentare un conte, un marchese, un principe o addirittura un papa. Le sue performances, per non citare che le più recenti, nei panni del cavalier Rosario la Guzza, di Don Birilà (prete), di don Mazzacurato (boss) e di un austero Vescovo restano memorabili e parlano da sole.
Marino calca le scene della filodrammatica sammarinese da oltre trent’anni. Purtroppo la sua attività di rappresentante di commercio lo ha tenuto lontano per molto tempo, ma sappiamo che in qualunque parte d’Italia o del mondo si trovasse la sera del 5 febbraio di ogni anno, il suo pensiero ed il suo cuore erano con chi, in quel momento, stava rappresentando la commedia di Sant’Agata nell’amata e lontana terra della Libertà. Da qualche tempo è rientrato definitivamente a San Marino e la sua passione ed il suo amore per il teatro possono liberamente sfogarsi partecipando attivamente a tutte le nostre produzioni. Egli è anche dinamico membro del direttivo del PTAM, responsabile del sito internet nonché addetto ai rapporti con la stampa.
Fuori dalle scene, Marino è un compagnone, uno che fa gruppo. Le gite della Filodrammatica o le cene sociali non sarebbero tali senza la sua presenza. Dispiace solo per la regola monastica che ha rigidamente adottato, probabilmente per ragioni di ascesa mistica, e che gli impone un’assoluta frugalità nel desinare, quando non assoluti digiuni ed astinenze. Spesso, infatti, tutti i commensali a turno sono costretti a lunghe ed insistenti filippiche per costringerlo a lievi deroghe. Ed anche allorquando in rarissime occasioni decide di concedersi minime licenze, non crediate che si lasci comunque andare più di tanto. La sua forchetta resta sempre controllata col bilancino del farmacista (ed egli usa quindi direttamente le mani) e del bicchiere di vino potrebbe tranquillamente fare a meno (qualche maligno insinua che si attacchi direttamente alla bottiglia, ma sono voci di corridoio senza alcun fondamento).
Da qualche anno Marino ha un angelo che lo segue e lo protegge. La sua amata Rosilde. Dicono che ogni grande uomo ha accanto a sé una grande donna: il caso di Marino e Rosilde non fa eccezione. E sulla grandezza di Marino, non vi è adito a dubbio: come farebbe altrimenti a “riempire” la scena?
Augusto Casali
Qualche anno fa Maurizio Costanzo chiamò ad una sua trasmissione i due popolari comici Franco Franchi e Ciccio Ingrassia e dedicò loro una rubrica dal titolo: Celebriamoli da vivi.
Troppe volte ci accorgiamo di quanto sia importante una persona quando ormai non è più tra noi. In questo senso nutriamo qualche cruccio quando pensiamo ad Elda Bardelli. Allora facciamo almeno tesoro di questa esperienza e non permettiamo che questo accada anche con il nostro Augusto Casali.
Augusto è l'anima, il cuore, il centro di gravità permanente del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli. È la struttura portante del Gruppo, il motore, la mente, il leader carismatico e indiscusso. E chi potrebbe discuterlo, o contestargli questo ruolo? Con oltre novantasette commedie sul groppone, più di 56 anni di esperienza vissuti in simbiosi con la filodrammatica, calcando le scene di teatri sammarinesi e limitrofi, la figura di Augusto si fonde e confonde con la Filodrammatica sammarinese. Ne ha scritto la storia, contribuendo in maniera determinante a realizzarne le pagine più gloriose ed esaltanti.
Ne ha scritto la storia, contribuendo in maniera determinante a realizzarne le pagine più gloriose ed esaltanti. Ne ha condiviso da... protagonista i momenti migliori, i successi strepitosi e ha tenuto duro nei momenti di minor entusiasmo, quando altri avrebbero gettato la spugna.
Ma a legittimazione del suo ruolo, Augusto non vanta solo l'esperienza. Augusto ha il carisma del leader, ne ha l'energia, l'entusiasmo, la tenacia e la perseveranza. E' mosso da una passione per il teatro violenta, intima, viscerale, che lo scuote di notte e lo sconvolge, ed è durante queste sue crisi quasi epilettiche che concepisce e genera tutte quelle idee, trovate e progetti che nel corso della stagione teatrale mette e fa mettere in pratica. Augusto è un vulcano. Anche il testo più minuzioso, preciso e dettagliato, per lui rappresenta comunque un canovaccio di massima da svolgere e stravolgere con le invenzioni che partorisce nel corso delle suddette crisi. Spesso il noto autore riminese Guido Lucchini, assistendo ad una nostra rappresentazione di suoi testi, asseriva di essersi divertito perché non ricordava con precisione quel testo, tanti ne ha scritti. Ma non è così. Sfido io che non lo ricorda: Augusto ne ha stravolto il finale, ne ha insaporito le battute, ha caratterizzato maggiormente i personaggi, ha centrato una sfumatura, un tempo, insomma ne è divenuto coautore, se non addirittura autore di una nuova commedia!
Per noi filodrammatici avere un capo come Augusto non è compito agevole. Come dicevo è instancabile, non si da e non da tregua. E' meticoloso, preciso, pignolo e si è assunto il compito ingrato di richiamare all'ordine, alla disciplina e allo studio del copione tutti i partecipanti. Come tutte le persone di carattere, ha un pessimo carattere. E' caparbio, cocciuto, accentratore, decide tutto lui, per un suggerimento che accetta, cento ne scarta. Per noi a volte può essere frustrante, dobbiamo dare corso a decisioni di cui non vediamo la ragione, non capiamo il senso, e magari ci vengono bocciate intuizioni che ci parevano geniali. Quando nelle locandine del P.T.A.M. trovate scritto: Regia di Gruppo, leggete pure: Regia di Augusto Casali, non sbaglierete. Qualcuno questo non lo accetta, mugugna, sbotta, litiga, qualcuno se ne va. Ma vi voglio raccontare questo episodio. Qualche anno fa ad una delle ultime cene cui partecipò la signora Bardelli, era nata una discussione sui prossimi impegni del P.T.A.M. Augusto era assente. Si proponevano liberamente idee, progetti, innovazioni sulle prossime attività. La Signora Bardelli assisteva accigliata, quasi contrariata da tutti quei programmi. Poi ad un certo punto, dall'alto della sua esperienza, sbottò: "nel teatro ci vuole uno solo che decide e uno che conti i soldi!".
Augusto è il nostro Capitano. Quando ci si imbarca con lui in una nuova avventura, non si sa mai in che porto si andrà ad attraccare. A volte sceglie direzioni che non condividiamo e prende direzioni che ci lasciano perplessi, ma si può stare sicuri che la nave non finirà mai alla deriva. Il nostro Capitano è lassù sulla tolda della nave, solo, a scrutare le sfumature del cielo e ad immaginare rotte a noi impercettibili.
Cesare Casali
Cesare è una delle colonne portanti del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli. Entrò, con Eugenia Sammarini, fin da subito nella Compagnia sotto la guida di Elda Bardelli. Eravamo agli albori dei mitici anni «60».
Cesare Casali aveva avuto esperienza con il Teatro Sperimentale del Ginnasio – Liceo di San Marino e poi ha continuato per molti anni la sua attività nel Piccolo Teatro Arnaldo Martelli.
Interprete raffinato, nessuno come lui è capace di attendere l’attacco da parte del suggeritore. Attende, mimetizza l’attesa e poi lavora «l’imbeccata» con naturalezza e rara efficacia. Riesce a mettere insieme sofisticate sfumature e a caratterizzare il proprio personaggio in modo perfetto. Insomma se Cesare studiasse anche sarebbe veramente un mostro. Non va mai in apprensione e anche nei momenti di difficoltà, che sempre si nascondono lungo la rappresentazione, chi è in scena con lui è contagiato e una qualche via d’uscita sa che Cesare la troverà.
Dopo molti anni di attività nel 1978 Egli lasciò le scene, ma rimase sempre vicino alla Compagnia. Poi 34 anni dopo, nel 2012, tornò a calcare il palcoscenico con la commedia «Tol in te sac, Giulio», con la stessa maestria di un tempo, con la stessa capacità di tenere la scena, anzi direi che ciò che con il tempo si può perdere in termini di memoria, spesso viene compensato con la carica dell’esperienza di vita che impreziosisce l’interpretazione.
Su Cesare sai che puoi contare. Se accetta una parte puoi stare certo che la porta fino in fondo, perché anche lui ha avuto la scuola di Elda Bardelli e quindi sa che il teatro è passione, sicuramente per noi dilettanti deve essere anche divertimento, ma soprattutto è impegno, studio, e serietà.
Insomma Cesare Casali è un elemento importante per il Gruppo, per capacità, per serietà, per memoria storica. Con gente come lui si può stare certi che il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli e la sua tradizione non segneranno mai il passo.
Luca Casali
L’esordio di Luca Casali nel Piccolo Teatro Arnaldo Martelli risale al 1983. In quella circostanza la Compagnia rappresentava «CHI RUBA UN PIEDE E’ FORTUNATO IN AMORE», due Atti di Dario FO. Il 1997 invece segna la sua ultima presenza in scena. Luca ha messo su famiglia e probabilmente si è dovuto dedicare ad altro. Comunque sia era un ottimo caratterista, riusciva sempre a rendere il personaggio in modo assai efficace. La sua figura alta, allora esile, oggi un po’ meno, faceva di Luca l’interprete più adatto per ruoli molto particolari, con gradi di difficoltà notevoli.
Egli ha partecipato a spettacoli di autori del calibro di Dario Fo, Alfredo Testoni, Woody Allen, Alan Ayckbourn, Stefano Benni, Joe Orton. Avendo passione ed impegnandosi, negli anni Luca Casali e cresciuto molto, si è affinato e si è conquistato un posto di rilievo nel Gruppo, di cui era divenuto sicuramente un punto di forza. Ma Luca ha contribuito alla storia del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli anche in altri apprezzatissimi modi, infatti si è occupato di scenografia in alcuni spettacoli e ha creato un logo che per molti anni è stato utilizzato divenendo il segno distintivo del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli per diverse stagioni teatrali.
Oggi Luca con la moglie Franca, attrice anche lei, di cui parleremo in seguito, e la loro prole, continua a seguire l’attività della Filodrammatica e quando sale sul palco a salutare i vecchi e nuovi amici, preso dall’entusiasmo, afferma che l’ anno prossimo reciterà ancora. Per il momento non è successo ma negli occhi di Luca da un po’ di tempo c’è una strana luce e l’anno prossimo potrebbe essere l’anno buono e sorprendere tutti. D'altronde la storia del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli è fatta di passioni, di scontri, di emozioni e anche di grandi ritorni. Esattamente come nella vita.
Nello Casali
Lo dico subito e senza falsa modestia: secondo me Nello Casali è l'attore più dotato della Filodrammatica sammarinese. Chi lo ha visto, per esempio, nel ruolo dello psichiatra pazzo in "Ciò che vide il maggiordomo", rappresentazione messa in scena dal P.T.A.M. qualche anno fa, non potrà che dirsi d'accordo. Nello è un animale da palcoscenico, lì più che altrove si sente a suo agio, trova la propria dimensione più consona, si gira e si crogiola come il topo nel cacio. Ciò che per gli altri filodrammatici è emozione, ansia, normale apprensione per la riuscita dello spettacolo ed in particolare della propria prestazione, per lui è beatitudine, rapimento, estasi. E' mia profonda convinzione che, se avesse voluto, avrebbe potuto tranquillamente giocarsi le proprie chance nel mondo del teatro professionistico, con buone probabilità di riuscita. Le carte in regola non gli mancano. E non sono il solo a sostenerlo. Recentemente lo ha affermato con convinzione, tra gli altri, una docente del DAMS di Bologna, dopo aver assistito alla rappresentazione allestita dal P.T.A.M. de "Il Signor Pirandello è desiderato al telefono" di Antonio Trabucchi.
In particolar modo nelle rappresentazioni in lingua, Nello non ha rivali. Non che nelle recite dialettali sia un mediocre, anzi. E' stato il punto di forza di parecchie commedie di Sant'Agata. Ma a disturbare le sue performances, si mette purtroppo quel fastidioso idioma locale che egli non gradisce non perché riluttante ad impararlo ma piuttosto in quanto l'uso del vernacolo è per sua natura sconveniente per un vero signore quale lui è. Il volgare dialetto cozza con quel suo portamento signorile, quel modo distinto, quel fare aristocratico e poco o per nulla si addice alla finezza di un simile palato. Ma nelle commedie in italiano, non si discute, Nello è il numero uno, punto e basta. E conviene riconoscerlo ed accettarlo piuttosto che mettersi a rivaleggiare con lui. Quando tempo addietro qualcuno ci ha provato, Nello lo ha annichilito con una di quelle prestazioni da maestro, quale solo lui sa essere e che solo lui sa fare e sull'argomento è stata definitivamente posta una pietra, con buona pace di tutti. Il suo particolare approccio ai personaggi che deve rappresentare è metodologico: egli ne studia attentamente l'indole, ne analizza le caratteristiche fisiche, psicologiche e comportamentali poi li costruisce meticolosamente a tavolino e li riproduce pari pari sulla scena, imitandoli alla perfezione. Laddove l'autore del testo ha tralasciato qualche particolare psicologico del personaggio descritto, ha mancato di tratteggiarlo con precisione, Nello interviene con la sua fantasia e la sua genialità, arricchendolo e completandone le caratteristiche con un tic, un vezzo, un atteggiamento che permette al pubblico in sala di capirlo completamente ed apprezzarlo meglio. In questo lo aiutano innate prerogative naturali: la modulazione della voce, la naturalezza dei movimenti, la varietà delle espressioni; sono doti che non s'inventano su due piedi, né s'improvvisano.
La mia può sembrare deferente apologetica, esaltazione esagerata, ma vi assicuro che la mia ammirazione per Nello è sconfinata e veritiera. Lo ammetto, Nello è il mio mito.
Nello è anche cintura nera di karate, terzo dan.
Purtroppo dal 2016 egli ha abbandonato il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli. Ma chissà...
Simona Casali
Simona Casali ha cominciato da piccolissima a frequentare il teatro. Infatti spesso seguiva suo padre Augusto alle prove ed in breve tempo imparava a memoria le battute di tutti i personaggi, addirittura sostituendoli, a volte, quando mancavano.
Il suo esordio ufficiale con il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli risale al 1984 quando il 5 febbraio fu presentata la commedia «La scosa eletrica» di Ermanno Cola.
Aveva otto anni!
Da allora ha recitato in almeno una trentina di commedie.
Che dire di Simona. E’ davvero brava. Riesce ad immedesimarsi nei vari personaggi con trasporto, coinvolgendo il pubblico che gradualmente gli ha riconosciuto le sue capacità. Può spaziare da ruoli comici a ruoli seri o drammatici con apparente facilità e questo fa di lei un punto di riferimento davvero importante per il Gruppo.
E’ inoltre diligente e attenta. Studia, ha una memoria allenatissima ed è una sicurezza sul palcoscenico. Chi recita con lei sa che può stare tranquillo, Simona non gli giocherà brutti scherzi. Anzi direi che proprio sul campo si è dovuta misurare con le incertezze degli altri, ma anche in condizioni difficili è sempre riuscita a districarsi brillantemente spesso aiutando i colleghi.
In definitiva Simona è molto positiva anche per la sua predisposizione a fare gruppo. La sua disponibilità e la sua capacità di ascolto unitamente all’equilibrio di cui è capace, la rendono ogni anno di più solida presenza all’interno del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli, destinata, peraltro, a crescere per il futuro.
Da un paio di anni Simona si è presa una pausa per poter accudire il figlio Alessio, ma presto tornerà a calcare il palcoscenico con la padronanza che gli è consueta.
Mauro Della Pasqua
Mauro Della Pasqua si cimenta per la prima volta sul palcoscenico del Teatro Titano con il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli a metà degli anni 90. Da subito ha mostrato molto interesse ed è sempre stato disponibile per i ruoli che gli venivano assegnati.
Non ha recitato in moltissime commedie, ma si è cimentato sia in testi in lingua, sia in testi dialettali, sempre con grande partecipazione e serietà. Si è rivelato un elemento importante ai fini del Gruppo, che racchiude in sé e nelle sue finalità anche aspetti sociali che in certi casi sono invece stati sottovalutati.
Dal 2009 però ha rallentato la sua presenza nella Compagnia, ma fortunatamente il 2017 si è rivelato un anno positivo da ogni punto di vista, da quello teatrale senz’altro, ma anche perché Mauro ha ripreso la collaborazione con il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli e per il Gruppo è stato un ottimo acquisto.
Infatti, egli, in questi ultimi anni, ha ricoperto ruoli piuttosto importanti nell’economia delle singole commedie, con soddisfazione reciproca di pubblico, Gruppo e dello stesso Mauro.
Beppe Gianni
Non riesco a pensare a nessuno che, meglio di Beppe Gianni, possa incarnare l'antico detto: "Nella botte piccola sta il vino buono". La struttura fisica, il portamento, la figura in sé del buon Beppe costituiscono una sagoma schietta e genuina ed ispirano da subito in chiunque si trovi ad aver a fare con lui, un naturale e spontaneo sentimento di simpatia e buonumore. Quando poi comincia a parlare, Beppe diventa irresistibile. Dotato di un'espressività travolgente, di un'affabilità contagiosa, Beppe straripa di giovialità in qualsiasi momento della giornata. Pare una di quelle persone cui va tutto bene, che godono appieno della vita che ci è concessa e ne assaporano con gusto ogni momento. Certamente pure lui avrà i suoi crucci, le giornate storte, le arrabbiature, ma lui più di altri possiede questa innata capacità di pensare positivo, di non lasciarsi sopraffare dallo stress e dalle irritazioni, di tenere solo per sé i propri malumori. E non bisogna pensare che il suo sia un atteggiamento studiato o di facciata. Beppe è anche capace di dire pane al pane e vino al vino senza porsi particolari remore.
Insomma così come lo vedete, lui è, tanto sulla... scena che nella vita. Nella maggior parte delle commedie cui ha partecipato, infatti, Beppe non ha avuto bisogno di recitare; gli è bastato portare in scena la sua naturale schiettezza e spontaneità.
Durante le prove Beppe Gianni è insopportabile: perennemente in ritardo, il rispetto dell'orario per lui è un lussuoso e rarissimo optional. A volte alle prove non ci viene neppure, spesso per impegni di lavoro, qualche volta per motivi suoi imponderabili, mai dimenticando però di avvisare premurosamente. Altro optional, per lui, è la distribuzione dei copioni, operazione alla quale si sottopone per un minimo di pudore nei confronti del gruppo ma della quale potrebbe benissimo fare a meno. Refrattario allo studio, Beppe preferisce imparare le proprie battute direttamente sul palco, conscio di sapersela comunque cavare egregiamente se la memoria non lo dovesse sorreggere al momento della prova davanti al pubblico. Beppe è anche convinto che un rispetto troppo rigoroso e puntuale del copione possa in qualche modo tarpare la propria innata comicità. Forse ha anche ragione, ma potete credere che per chi deve provare delle scene con lui, non è esperienza piacevole. Specialmente quando i tempi si restringono e la data della rappresentazione si avvicina paurosamente, diventa di estrema importanza provare con correttezza i tempi, le posizioni e le battute esattamente come saranno presentate quella fatidica sera, per acquisire sicurezza e conseguentemente rendere la recitazione più naturale. E in quelle occasioni (molte) nelle quali Beppe non è venuto o comunque si è presentato impreparato, il gruppo ha manifestato spesso forti malumori e c'è stato anche chi ha sbrigativamente proposto un suo licenziamento in tronco.
Ma la sera del 5 febbraio ci si rende pienamente conto di quanto il gruppo verrebbe a perdere se dovesse malauguratamente privarsi di tale macchietta. Il pubblico, gli habitué del galà di Santagata, non aspettano che lui, attendono una sua smorfia, un gesto, una battuta detta come le sa dire lui, per divertirsi, per ridere di gusto, per scompisciarsi, perché quello si aspettano e quello vogliono. Basta che Beppe entri in scena e, prima ancora di aver avuto modo di pronunciare battute, comincia a serpeggiare in platea un impalpabile sentimento di diffusa e contagiosa ilarità. E in quelle occasioni nelle quali Beppe è per varie ragioni mancato, gli spettatori hanno apprezzato comunque lo spettacolo, si sono rallegrati, hanno indubbiamente gradito, ma se ne sono usciti dal teatro con quella sensazione magari inconscia che qualcosa mancava, che la torta servita peccava della classica ciliegina. Perché nessuno meglio di Beppe sa incarnare quella schiettezza dialettale, quella verve paesana che costituisce, e deve continuare a costituire, lo spirito essenziale della commedia di Santagata.
Purtroppo il tempo di privarsi delle prestazioni di Giuseppe è giunto nella prima metà degli anni 2010, quando è stato colpito da una grave malattia che lo ha portato via qualche anno dopo, nel luglio 2023.
Peppe lascia a tutti coloro che lo hanno conosciuto e in chi lo ha visto in scena, il ricordo della sua impareggiabile simpatia.
Filippo Hill
Filippo approdò al Piccolo Teatro Arnaldo Martelli nel 1977. La sua prima commedia fu «INSOMMA... L’E’ UN GRAN CASEIN», la sua ultima, nel 2013, «TOL IN TE SAC, GIULIO», poi ci ha lasciato, una brutta malattia ce lo ha portato via troppo presto.
Filippo Hill è sempre stato in prima linea ogni volta che ce ne è stato bisogno. Di lui è rimasto famoso un aneddoto. Una volta era necessario per la prova della sera successiva un pollo morto e spennato che doveva essere ritirato in quel di Chiesanuova. Chi va e chi non va a ritiralo? Sta di fatto che Filippo interviene e taglia la testa al toro: «Ci vado io, tanto domani mattina devo andare a Roma!». Il mattino successivo partì per Roma, alla sera tornò puntuale per la prova con il pollo spennato in mano. Questo era Filippo. Un generoso, uno che si buttava nel fuoco quando si trattava di aiutare gli altri. E se a volte non c’era la parte per tutti, non importava, lui si faceva di lato e magari per quell’occasione si offriva di fare il suggeritore, che, fra le altre cose, gli riusciva piuttosto bene.
Questa sua natura lo ha fatto amare a tanti, anche se non tutti forse lo hanno capito fino in fondo. Comunque sia Filippo gradualmente si era ricavato un ruolo preciso nel Gruppo, e nelle commedie comiche, soprattutto in quelle dialettali, faceva sempre, come si dice, la sua sporca figura, tanto che il pubblico rispondeva con applausi e risate.
Aveva passione ed era sempre presente alle prove. Magari era esuberante, soprattutto quando difendeva i suoi convincimenti, ma leale. Sempre.
E adesso che non è più con noi, chi l’ha conosciuto sente la sua mancanza. A qualcuno di noi addirittura non pare neppure vero che sia successo, soprattutto a chi ha condiviso con lui il camerino la sera della commedia per trent’anni.
Eugenia Sammarini
Se Augusto Casali rappresenta il padre del P.T.A.M., Eugenia Sammarini rivendica a ragione il ruolo di mamma. E' la segretaria verbalizzante, factotum e punto di riferimento insostituibile del Gruppo. Con Augusto condivide la passione viscerale per il teatro, una passione che la scuote da quando aveva quindici anni e che fino ad oggi non si è mai spenta né sopita. Quando l'anno scorso una degenza in ospedale l'ha costretta a saltare l'annuale appuntamento di Sant'Agata qualcuno ha pensato che, dopo tanti anni e tanti lavori teatrali sul groppone, fosse giunto per lei il momento di gettare la spugna. Macché. Appena ristabilita, è tornata più attiva e pimpante di prima, a rivendicare ruoli più impegnativi, a calcare le scene con la smania e l'entusiasmo dei giorni migliori. E quando in occasione della preparazione della commedia "Arsenic e tradimeint", ultimo lavoro dialettale del P.T.A.M., Eugenia faticava a ricordare le molte battute che la sua parte prevedeva, qualcuno ha pensato che la degenza avesse appannato le sue capacità e che fosse venuto per lei il momento di cedere alle più giovani il ruolo di protagonista... femminile.
Ma anche in questa circostanza i denigratori si sono dovuti ricredere. In occasione delle rappresentazioni in pubblico, Eugenia ha sfoderato una delle sue migliori prestazioni, ha contribuito in modo decisivo al successo dello spettacolo, ha tenuto il suo ruolo con padronanza senza cedimenti, e quando sono occorsi quei piccoli inghippi che ordinariamente accadono sulla scena, ha tirato fuori quel suo talento di attrice consumata dimostrando ancora una volta quella freddezza da volpe da palcoscenico che permette di rendere questi piccoli inghippi impercettibili al pubblico ed evitare così quelle cadute di ritmo che sono devastanti per la riuscita dello spettacolo.
Le passioni della sua vita sono il teatro e la scuola (per chi non lo sapesse Eugenia è maestra elementare, ora in pensione) e ad entrambe ha sempre dedicato eguale fervore profondendo la massima serietà d'impegno. Qualche volta durante le prove di una commedia se ne esce con qualche espressione o rimbrotto che solitamente rivolge ai suoi scolari e sono sicuro che a loro, a volte, elargisce qualche battuta che sta studiando per una commedia. Durante le prove Eugenia è scrupolosa, pignola e rigorosa. E' anche l'unica persona che conosco in grado di frenare l'impeto creativo di Filippo Hill. I loro alterchi verbali sono spassosissimi, ma si vogliono bene. Anche se redarguito come uno scolaretto, come potrebbe Filippo non volergliene? Eugenia ha un'umanità fuori del comune. E' sempre cortese, disponibile, affabile e se qualcuno ha qualche cruccio è sempre la prima ad interessarsene attivamente. Su di lei puoi sempre contare e quando abbiamo avuto bisogno di una mano, Eugenia non si è mai tirata indietro. Ha sempre una parola gentile per i principianti, che accoglie come una chioccia, per i tecnici, i truccatori, gli operai. Tutti la adorano.
Ad ogni modo lei, in occasione delle rappresentazioni di "Arsenic e Tradimeint", si è accuratamente riservata di preparare di persona e custodire gelosamente la bevanda che avrebbe dovuto servire (nella finzione scenica) ad avvelenarla.
Marco Schiavi
Marco Schiavi è approdato nella Compagnia del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli nel 2009, in occasione dell’allestimento de «Una fiòla da maridè» in occasione della Festa di Sant’Agata.
Marco aveva avuto già qualche esperienza con il Gruppo Filodrammatico di Montelicciano. Subito si è fatto benvolere da tutti per il suo carattere espansivo, generoso e disponibile. Soprattutto ha messo in campo energia pura, ha molti interessi e cerca di mantenerli tutti con grande impegno.
La passione per il teatro, per la recitazione e per lo spettacolo sprizza da ogni suo atteggiamento. Con il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli non ha ancora partecipato a moltissimi spettacoli, ma ogni volta che si è cimentato ha dimostrato di saper tenere il palcoscenico come pochi. E’ poliedrico e può tranquillamente recitare sia in lingua che in dialetto, può affrontare sia parti da caratterista che da attore principale.
Nel teatro comico in cui si è cimentato fino ad ora ha dimostrato di essere veramente capace. Sfonda. Il pubblico lo segue e lo applaude. Per il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli è stato un acquisto importante. Di lui sentiremo parlare ancora per lungo tempo e l’esperienza farà di Marco un vero protagonista, se saprà essere costante nella sua passione e nel suo impegno.
Gian Franco Zonzini
Gian Franco Zonzini non era un attore del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli, ne è stato l’apprezzato elettricista per molti anni. Ma a buon titolo Gian Franco deve risultare tra i protagonisti del Gruppo. Infatti egli era appassionatissimo del suo lavoro e molto, molto bravo in teatro. Aveva iniziativa, a volte anche troppa, ma gettava sempre il cuore oltre l’ostacolo. Era un vulcano di energia, per lui non c’era nessun intralcio insuperabile, ti diceva sulla faccia sempre quello che pensava anche quando il giudizio poteva essere severo. Ma era sincero e aveva un profondo senso dell’amicizia. Dietro quel suo carattere un po’ burbero si nascondeva un uomo dal cuore buono. Quando c’era da rimediare materiale di scena Gian Franco si scatenava. Ci pensava lui, di qualunque cosa si trattasse.
Gian Franco inoltre si è battuto perché la Compagnia divenisse autonoma per quanto riguarda il parco luci. Fu ascoltato, e piano piano, anno dopo anno, realizzò il suo obiettivo e oggi il Gruppo, grazie all’intuizione e al lavoro di Gian Franco, può ritenersi assolutamente autosufficiente per quanto riguarda il materiale elettrico.
Insomma Gian Franco è stata una persona che ha lasciato il segno perché sapeva fare gruppo. Purtroppo una malattia lo ha strappato alla sua famiglia e a noi ancora giovane. Ma il suo ricordo è ben vivo in chi lo ha conosciuto e la sera, in teatro, se ti capita di alzare gli occhi al cielo in direzione dei fari non puoi fare a meno di pensare a Gian Franco sorridente.
E’ tutto sotto controllo!
Piny Mariani
Piny Mariani faceva parte della Filodrammatica di San Marino già prima che la stessa assumesse la denominazione di «Filodrammatica Arnaldo Martelli» e poi, nel 1963, quella di «Piccolo Teatro Arnaldo Martelli». Piny, dunque, aveva maturato lungo l’arco di una lunga militanza una eccezionale esperienza che sul palcoscenico si tramutava in padronanza dell’azione. Piny poteva reggere qualsiasi personaggio, era sempre misurata, puntuale, coinvolgente.
Era una figura molto amata ed apprezzata dal pubblico sammarinese. Ed è certamente stata una figura cardine in un certo periodo dell’attività del Gruppo, anche perché il suo carattere mite favoriva le intese e le complicità che spesso in teatro vengono a formarsi. Gli unici momenti di tensione che l’hanno vista protagonista si riferiscono al rapporto a volte concorrenziale con Elda Bardelli, l’altra signora del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli, ma alla fine il risultato che ne scaturiva era ottimo.
Piny Mariani: grande passione, vecchia scuola, esperienza.
Se potesse per una sera tornare in scena, il suo sarebbe di certo un ruolo da protagonista!
Rosella Bardelli
Figlia di Elda, Rosella recitò per la prima volta con il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli nel 1964. La commedia era: «EMILIO SEI TU» di De ERZ. Più che per passione lo fece per assecondare il desiderio della madre. Eppure Rosella era bravissima. Delicata, mai sopra le righe, elegante, sensibile. Una interprete davvero raffinata. Era stimata da tutti i componenti del gruppo perchè sapeva stare con gli altri. Mai invadente, sempre misurata, rispettosa, eppure di grande personalità sia sul palcoscenico che nella vita.
Chi scrive ha recitato con lei, spesso nelle vesti di attor giovani. Nel 1970 Il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli portò in scena «LA PICCOLA CITTA’», un capolavoro di Torton Wilder, apprezzatissimo anche dal pubblico sammarinese. Ebbene, a distanza di oltre 40 anni il ricordo di quei momenti condivisi con tutti gli altri interpreti è rimasto indelebile, soprattutto di lei, di Rosella, strepitosa nella sua interpretazione, di cui, purtroppo, non è rimasto nulla, se non qualche sbiadita fotografia.
Rosella continuò a recitare nel Piccolo Teatro Arnaldo Martelli per una decina di anni, poi incontrò l’anima gemella, si sposò, ebbe figli e si dedicò alla sua bella famiglia.
Ma nel Gruppo ha lasciato un segno che difficilmente potrà essere scordato da chi l’ha conosciuta ed ha condiviso con lei l’esperienza teatrale.
Nicola Gennari
Nicola Gennari è uno dei più recenti acquisti del Gruppo Filodrammatico di San Marino. Egli ha esordito nel 2015 con «COPPIE SCOPPIATE» di Derek Benfield ed ora ha alle spalle la partecipazione in cinque lavori allestiti dal Piccolo Teatro Arnaldo Martelli. Nicola è giovanissimo, nella vita parla il minimo indispensabile, anche se nelle cene, dopo gli spettacoli, si lascia andare un po’ e la lingua gli si scioglie magicamente. A volte si dimentica di partecipare alle prove. Ciò accade, per un motivo o per l’altro, sempre nei primi periodi di prova. Ma con lui non ci si può arrabbiare più di tanto, perchè poi, alla fine, recupera e riesce a portare a termine la sua parte egregiamente. Infatti Nicola ha sempre interpretato al meglio le parti assegnatigli.
Per ovvi motivi le commedie interpretate non sono molte, ma va sottolineato che gradualmente Nicola è cresciuto in sicurezza e disinvoltura. La sua mole, la capigliatura e la barba lo rendono un personaggio imponente sul palcoscenico, simpatico al pubblico che lo ha accettato a suon di applausi.
Un’altra dote che va riconosciuta a Nicola è la calma, anche la sera dello spettacolo egli è tranquillo ed infonde calma anche a chi gli sta attorno. Insomma il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli ha fatto proprio un buon acquisto. In futuro, se la passione continuerà e l’impegno sarà pari alla passione, Nicola potrebbe crescere ancora e stupire tutti molto positivamente.
Nicola attualmente si è preso un periodo pausa per ragioni di studio e di lavoro.
Auguriamoci che si tratti di un breve periodo.
Ivana Mariotti
Ivana Mariotti proviene da alcune esperienze maturate nel Gruppo Teatrale di Montelicciano ed approda al Piccolo Teatro Arnaldo Martelli nell’anno 2009, quando la sera di Sant’Agata fu rappresentata la Commedia «UNA FIOLA DA MARIDE’».
Interprete versatile può lavorare in più ruoli fornendo un positivo contributo all’economia degli spettacoli e al Gruppo. Dal 2009 ad oggi non ha saltato neppure una stagione.
Ivana predilige le commedie dialettali, attentissima al vestiario, parte fondamentale per la riuscita del personaggio, spesso interpreta la parte dell’azdòra con pieno successo. Si è comunque cimentata anche in spettacoli in lingua con interpretazioni assolutamente dignitose.
E’ una figura importante nel panorama attoriale del Gruppo nell’attuale momento storico. Molto appassionata, a volte fa salti mortali per conciliare gli impegni di lavoro, di casa e di famiglia ed essere comunque presente alle prove. Ed è apprezzata per la sua capacità di affrontare i problemi senza farsi prendere dall’angoscia, inoltre è un’ottima cuoca ed alcuni membri del Gruppo lo possono testimoniare perché hanno potuto apprezzare le sue magnifiche tagliatelle.
Ivana Mariotti si è perfettamente integrata nel Gruppo e ne è diventata un ingranaggio propulsivo grazie alle sue doti e alla sua capacità di stare in mezzo agli altri.
Letizia Pari
Letizia è uno dei nuovi acquisti del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli, infatti ha esordito sulle tavole del palcoscenico nel 2015 con la commedia «GLI ALLEGRI CHIRURGHI».
E’ dunque ancora in fase di rodaggio ma le premesse sono davvero buone. Intanto Letizia ha una presenza scenica notevole, tanto è vero che quando in una commedia di Neil Simon è uscita in scena con l’abito da sposa, il pubblico ha prima rumoreggiato e poi si è lasciato andare ad un fragoroso applauso.
Ma soprattutto Letizia Pari ha portato nel Gruppo una ventata di freschezza e di dinamismo. Non si tira mai indietro ed è sempre pronta ad offrire sia sulla scena che fuori il proprio prezioso contributo. Elementi così sono fondamentali per la vita del Gruppo.
Sul piano artistico, nelle poche esperienze avute, se l’è cavata piuttosto bene, ma ovviamente può crescere ancora molto se la passione durerà permettendogli così di maturare ulteriore esperienza.
Ma non c’è fretta, ogni cosa a suo tempo. Intanto godiamoci lo sprint contagioso e positivo che Letizia riesce ad infondere anche a chi gli sta vicino.
Letizia nel frattempo è divenuta mamma di Viola, una bellissima bambina, ma tempo una breve pausa ed è subito tornata a recitare. Evviva!
Merilisa Di Noia
Merilisa Di Noia è entrata a far parte del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli nel 2012. Il suo battesimo teatrale è avvenuto con la rappresentazione «DAL TEATRO DELL’ASSURDO, ALL’ASSURDO DEL TEATRO» una miscellanea di Campanile, Benni e Allen.
Merilisa si è subito distinta per impegno, puntualità, e quella sua naturale eleganza che ha trasferito senza alcuna difficoltà anche sulla scena. Interprete delicata, mai eccessiva, sempre misurata, perfettamente compenetrata nel personaggio che è chiamata ad interpretare. Essendo di origini pugliesi ha sempre recitato in italiano, anche in commedie dialettali ma con parti in italiano.
Che dire, Merilisa si muove sul palcoscenico con naturalezza ed esprime nell’insieme un’armonia che non sfugge all’attenzione del pubblico. I ruoli fino ad oggi interpretati però non hanno probabilmente favorito l’estensione delle potenzialità artistiche di Merilisa. Infatti, continuando nel suo impegno con il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli, molto probabilmente avrà occasione di misurarsi con personaggi che potranno esaltare lei e stupire noi.
Se, superati i nostri problemi finanziari, torneremo ad allestire commedie in lingua, probabilmente per Merilisa si potrebbero aprire spazi importanti, sempre che la passione e l’impegno continuino.
Amedeo Venerucci
Diciamo subito che Amedeo è stato, in un certo periodo, una delle colonne portanti del Gruppo. Infatti egli entra praticamente da subito nel Piccolo Teatro Arnaldo Martelli, l’anno dopo la sua costituzione con l’attuale denominazione. Infatti era il 1964 ed Amedeo Venerucci il 22 ottobre esordisce nella Commedia «COSI’ E’ SE VI PARE» di Luigi Pirandello.
Attore assai capace, in grado di reggere indifferentemente ruoli da caratterista e ruoli da protagonista, sia in lavori in lingua che in lavori dialettali, Amedeo è stato un ingranaggio importantissimo per il Gruppo, un propulsore pieno di energia.
Anche sul piano organizzativo, aspetto importantissimo nel teatro, egli ha dimostrato capacità ed intraprendenza. La sua permanenza nel Piccolo Teatro Arnaldo Martelli è durata fino al 1977 e nell’arco di tredici anni egli è stato interprete di ben 23 commedie.
Amedeo, che ha comunque continuato ad essere vicino alla Filodrammatica assistendo ai lavori che rappresenta, ha lasciato nella storia del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli una traccia indelebile, trainando assieme alla Signora Elda Bardelli il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli forse nel suo momento di maggior fulgore, per numero di spettacoli allestiti ogni stagione, per continuità nella qualità offerta, per l’entusiasmo che aleggiava nel Gruppo.
Chi ha avuto il piacere di lavorare con lui in quei momenti, non può che ricordarli con affetto e con una punta di nostalgia.
Rosy Billi
Rosy inizia a recitare con il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli nel 1987. Esordisce con uno spettacolo impegnativo, quattro quadri di Woody Allen. Poi centellina le sue presenze che inizialmente non sono molte, ma le intensifica negli anni successivi. Rosy non drammatizza mai le situazioni, è accomodante e non cerca mai lo scontro fine a se stesso. In scena ha un portamento che non passa davvero inosservato, un misto di eleganza e femminilità. Il suo modo di recitare è sempre delicato, un po’ in punta di piedi, come se avesse paura di disturbare, ma questa sua fragilità apparente si traduce poi in interpretazioni armoniose apprezzate dal pubblico.
Rosy Billi va sempre di corsa, almeno così appare ai nostri occhi, ma alla fine, magari all’ultimo momento. c’è. Con la sua calma, come se tutto fosse la cosa più naturale di questo mondo. Le tensioni alle spalle… e si parte con la prova o con la rappresentazione.
Rosy può interpretare sia commedie in dialetto che in italiano, ma ha recitato prevalentemente nelle commedie in lingua italiana. Gradualmente ha interpretato ruoli di sempre maggior impegno ed è nel tempo cresciuta parecchio, fino ad interpretare personaggi complessi come nella commedia «COPPIE SCOPPIATE» ottenendo risultati notevoli. Ma lei non sgomita. Non vuole la parte a tutti i costi. Anzi, ogni tanto va in letargo, anche per qualche anno, poi ritorna…
Rosy Billi spesso si occupa anche della grafica dei manifesti, quindi anche quando non recita è sempre attiva nel Gruppo.
Luciano Sansovini
Era il 1965 quando Luciano Sansovini partecipò per la prima volta ad uno spettacolo del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli. Nel Teatro Titano si rappresentava «NON RIMANE CHE QUESTO».
Ha recitato ancora una volta nel 1967 e un’altra ancora nel 1968. Poi Luciano emigrò negli U.S.A. a Detroit, dove esiste una folta comunità di sammarinesi, e lì si trattenne per alcuni anni prima di fare ritorno in Patria.
Così, una volta tornato a San Marino, Luciano Sansovini, nel 1977, riprende il discorso da dove lo aveva lasciato nove anni prima e partecipa al nuovo lavoro messo in scena dal Piccolo Teatro Arnaldo Martelli. Si trattava di più quadri riassunti nel titolo «RIDIAMO INSIEME». Da allora ha preso parte complessivamente a 27 commedie.
Luciano è stato per vent’anni un punto di riferimento, un vero protagonista del P.T.A.M., sia sul palcoscenico che fuori nella vita del Gruppo. E’ stato un attore poliedrico, ha lavorato in tanti spettacoli sia in lingua italiana che in dialetto sammarinese; ha interpretato molti ruoli importanti e di consistente difficoltà. Ha affrontato parti principali, ma si è distinto anche come ottimo caratterista e spalla d’eccezione.
Luciano è stato per tutti i colleghi una sicurezza, perché affrontava l’impegno teatrale con serietà, si preparava e studiava con pignoleria il personaggio che doveva interpretare. Tutto questo poi si tramutava in prestazioni sempre all’altezza delle aspettative, ricambiate dall’affetto del pubblico. Ma Luciano è stato anche un valente organizzatore, figura importantissima in un gruppo teatrale; affrontava i problemi e il più delle volte li risolveva.
Poi Luciano ha lasciato la scena, e anche un certo vuoto nel Gruppo per alcuni anni. Recentemente avevamo ideato un progetto teso a recuperare alcuni vecchi attori e Lui, interpellato, aveva dato il suo assenso, facemmo anche qualche lettura di un testo, ma poi il progetto naufragò e non se ne fece nulla. Per ora. Per il futuro chissà…
Monica Tamagnini
Monica Tamagnini è in pratica figlia d’arte. Infatti, sua madre, Pinetta Tamagnini, ha recitato negli anni 50/60 nella Filodrammatica di San Marino. Quindi buon sangue non poteva mentire!
Monica, infatti, ha una vena artistica spiccata, ha tanti interessi che vanno dalle rievocazioni storiche, allo sport, al teatro. E possiede una bellissima voce di cui ogni tanto fa sfoggio appunto nelle rievocazioni storiche.
Monica, se la memoria non ci tradisce, recita per la prima volta con il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli nel 2007, nella commedia «E PO I DISG DI MATT» e da subito si è rivelata una formidabile caratterista, in grado di sostenere indifferentemente ruoli di peso sia in spettacoli in lingua italiana sia in dialetto. Le sue doti naturali, il modo di muoversi e l’impegno che mette nel trovare particolari che rendano credibile il personaggio che interpreta di volta in volta, la rendono particolarmente efficace e simpatica.
Con il pubblico riesce sempre a instaurare un filo diretto e le risate che riesce a strappare e gli applausi che gli vengono tributati, ne sono una testimonianza documentata.
Monica Tamagnini è dunque una figura davvero preziosa per il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli. Il suo impegno nel Gruppo si sostanzia anche con la capacità di aggregare, di dare suggerimenti e di fornire l’abbigliamento più consono alle colleghe che ne hanno bisogno.
Diverse sono state le interpretazioni di Monica degne di menzione, ma quella relativa alla commedia «GLI ALLEGRI CHIRURGHI» è stata davvero straordinaria. Chi l’avesse persa se la vada a rivedere sul Sito Ufficiale del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli, oppure su Youtube. Ne vale la pena.
In conclusione: di Monica ce ne vorrebbe più di una!
In questi ultimi anni poi, Monica è cresciuta molto ed ha interpretato alcune parti femminili principali con grande efficacia. Se studiasse anche la parte, in certi ruoli sarebbe insuperabile.
Jessica Allodoli
Jessica Allodoli è approdata al Piccolo Teatro Arnaldo Martelli nel 2016. Infatti la sua prima commedia è stata «Una cura spiciéla» di Guido Lucchini, rappresentata nel Teatro Titano il 5 febbraio.
Jessica si è approcciata al teatro in punta di piedi, quasi timidamente, ascoltando i suggerimenti. Sempre puntuale alle prove, attenta a tutto ciò che accade, studia la parte, ce la mette tutta ed è capace di fare gruppo.
All’inizio Jessica, essendo veramente alle primissime armi, ha vissuto momenti di sconforto pensando a volte che non sarebbe riuscita a farcela, ma poi raggiunta maggiore serenità e consapevolezza è cresciuta a vista d’occhio.
Ha fino ad oggi interpretato sei commedie con gradi di difficoltà sempre maggiori, brillantemente superati. In breve tempo ha dimostrato padronanza e temperamento sulla scena, sicurezza ed efficacia, anche in parti con notevole grado di difficoltà, occupando di diritto nel Piccolo Teatro Arnaldo Martelli un ruolo di primo piano.
Jessica ha svolto un percorso di grande maturazione e forse non ci ha ancora fatto vedere tutto il suo potenziale. D’altronde, da una persona che coglie sensazioni ed emozioni trovandosi in un teatro vuoto, c’è da aspettarsi ancora altro, anche perché in teatro non si finisce mai di imparare qualcosa di nuovo ogni volta.
Di certo Jessica è stata per la Compagnia Arnaldo Martelli un acquisto molto importante.
Valeria Ciavatta
Valeria Ciavatta fa il suo esordio nel Piccolo Teatro Arnaldo Martelli nel 1977, quando partecipa alla rappresentazione in quadri di De Felice, Campanile e Fo, posti sotto il titolo: «RIDIAMO INSIEME». Partecipa a dodici lavori fino al 1988, anno in cui lascia l’attività teatrale per dedicarsi ad altro. Peccato perché Valeria è stata interprete sopraffina, poliedrica, piena di vitalità. Capace di sostenere il proprio personaggio con sicurezza e particolare efficacia.
Valeria Ciavatta insomma era una bravissima attrice, in grado di sostenere parti importanti sia in lingua italiana che in dialetto. Puntuale, briosa, sempre credibile, teneva la scena come pochi.
Negli 11 anni in cui ha ininterrottamente partecipato alle rappresentazioni del P.T.A.M. (ha preso parte a dodici commedie) ha di certo lasciato un segno molto positivo contribuendo attivamente a scrivere pagine esaltanti in un periodo particolarmente produttivo per la Compagnia storica Sammarinese.
La sua ultima partecipazione all’attività teatrale del P.T.A.M. risale al 12 dicembre 1988, quando nel vecchio e caro Teatro Titano venne messo in scena il lavoro di Aldo Nicolai, «ESPERIMENTO COLLETTIVO PER UNO SPETTACOLO ISPIRATO A CESARE BORGIA, DETTO IL DUCA VALENTINO». Da allora le strade percorse da Valeria non si sono più incrociate con il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli ed è un peccato, un vero peccato…
Chiara Gasperoni
Se non andiamo errati, Chiara Gasperoni ha esordito in scena nel 1999 nella commedia «BAR 2000», uno spettacolo rappresentato il 19 dicembre di quell’anno. Pochi giorni dopo avremmo tutti salutato il '900 per entrare nel Terzo Millennio. Si trattava di una miscellanea ispirata a vari autori: Andreasi, Fo, Benni, Campanile, Tabucchi, Makaresku.
Chiara da subito ha dimostrato di essere un personaggio molto gradito dal pubblico. La sua specialità è senz’altro la commedia dialettale, che peraltro predilige, ma si è cimentata con successo anche in parti in italiano particolarmente impegnative.
E’ un’ottima caratterista, le sue interpretazioni sono sempre molto colorite, a volte spinte fino al grottesco e miscelate con il suo stile personale che è molto spiccato e molto apprezzato dagli spettatori.
Chiara Gasperoni, dopo un periodo di assenza, è tornata nel 2016 a calcare le scene. Ha ripreso il discorso esattamente da dove lo aveva lasciato qualche anno fa, con la stessa grinta, con la stessa verve, portando il proprio concreto contributo ai nuovi traguardi che il Gruppo si è posto. Insomma, per il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli si è trattato di un fortunato ritorno.
Chiara è senz’altro una figura importante per l’intero Gruppo.
Giulio Valentini
Tutto è cominciato per Giulio Valentini la sera del 22 dicembre 1965, quando il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli rappresentò la commedia «NON TE LI PUOI PORTARE APPRESSO» di Georges S. Kaufman.
Giulio ha lavorato in diversi spettacoli, interpretando ruoli da caratterista in modo egregio e molto credibile. Interprete puntuale e attento è stato un compagno di avventura sempre affidabile, schietto e sensibile. Egli ha vissuto l’esperienza teatrale certamente con passione ma l’impressione è che privilegiasse soprattutto gli aspetti associativi, lo stare insieme, vivere momenti di complicità che poi non dimenticherai mai e ti accompagneranno per tutta la vita. Momenti di spensieratezza con gli amici della tua stessa generazione, di risate ma anche di grande impegno; momenti che coincidono per tutti con la gioventù e forse per questo rimarranno fra i più cari ricordi.
Giulio Valentini ha interpretato oltre venti commedie. La sua ultima partecipazione come attore, collaborò qualche volta anche come suggeritore, è stata ancora il giorno 22 dicembre, come quando cominciò, ma dell’anno 1989. Nel Teatro Titano il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli rappresentava «CONFUSIONI» di Alan Ayckbourn per la regia di Giovanni Lombardo Radice.
Marina Vannucci
E’ il 5 febbraio 1979 quando Marina Vannucci esordisce in teatro con la commedia «ACCIDEINT MA C’LA MELA» di Ermanno Cola. Era la prima esperienza con il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli, ma Marina dimostrò subito una buona scioltezza e predisposizione. Gradualmente interpretò parti sempre più corpose, fino a giungere a quelle principali da attrice giovane.
Marina Vannucci infatti interpretò sia parti di primo piano sia da caratterista e sempre con buon successo. Puntuale, dotata di ottima memoria, era un elemento molto affidabile per tutti i compagni d’avventura.
Marina ha lavorato consecutivamente in parecchi spettacoli, fornendo dunque una presenza assidua negli anni di permanenza nel Piccolo Teatro Arnaldo Martelli. Poi ha cominciato a diradare il proprio impegno e nella prima metà degli anni 90 ha cessato definitivamente, lasciando però un buon ricordo a coloro i quali hanno avuto l’occasione di condividere con lei l’esperienza teatrale.
Tiziano Calzolari
Tiziano Calzolari ha iniziato la sua attività teatrale agli albori degli anni 2000. Non ha lavorato in molti spettacoli, anche perché la sua attività ha subito l’interruzione di qualche anno, ma dal 2016 Tiziano è tornato a far parte del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli.
Egli ha interpretato ruoli da caratterista, sempre con impegno e risultando più che dignitoso nelle sue performance. Particolare apprezzamento ha ricevuto dal pubblico nella interpretazione della parte di un geometra pignolo del comune e nell’interpretazione di un avventore della trattoria in cui si svolgeva l’azione della commedia «LA FIRA DE BORG».
Tiziano Calzolari è tornato sulle scene nel 2016, partecipando a «UNA SERA AL BAR, DI RITORNO DALL’AEROPORTO, PER UN MATRIMONIO FINITO SU UNA PANCHINA», cinque quadri tratti da Stefano Benni, Alan Ayckbourn e Neil Simon, dove ha interpretato la parte di un poliziotto, al quale si inceppa la pistola nel momento cruciale ma poi tutto finisce bene, e uno sposo che svolge un intervento risolutivo rispetto ad una intricata situazione familiare.
Tiziano è mosso da autentica passione e partecipa quindi alla vita del Gruppo in modo sicuramente costruttivo.
L’ultima commedia alla quale ha preso parte è stata «La vita è un Luna Park» nel dicembre 2022.
Stranamente non prese parte alla tradizionale commedia di Sant’Agata 2023, perché – mi disse – forse doveva andare in vacanza con alcuni suoi amici.
Non ci fu nessuna vacanza e Tiziano ci fece sapere che aveva un forte mal di schiena che gli impediva di venire a darci una mano. Poi il ricovero in ospedale e a maggio la sua scomparsa.
La verità è che Tiziano si è lasciato andare e ha smesso di lottare in una vita che con lui non è stata molto generosa.
Quel che è certo, quando si trovava sul palcoscenico era felice perché si sentiva, e lo era, protagonista.
Francesco Morganti
Francesco Morganti è praticamente, assieme a Maria Selva, l’ultimo in ordine di tempo approdato al Piccolo Teatro Arnaldo Martelli. Egli ha avuto precedenti esperienze teatrali con il Gruppo Filodrammatico di Borgo, ma ha da sempre aspirato ad entrare a far parte della Filodrammatica storica di San Marino.
Precedentemente si era anche informato per sapere come poter entrare a far parte del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli, ma gli era stato risposto che la cosa era difficile. Probabilmente aveva sbagliato interlocutore. Infatti non c’è nulla di più facile che aderire al Piccolo Teatro Arnaldo Martelli, dove si possono imparare tante cose, dove ci si può affinare, dove si può diventare anche buoni attori dilettantistici, ma dove viene privilegiato sempre l’aspetto sociale, l’inclusione e il senso della concordia cittadina.
Sta di fatto che Francesco oggi fa parte a pieno titolo del nostro Gruppo. Ha esordito quest’anno con la commedia di Sant’Agata: «DO STCIUPTEDI ME’ PUSTEIN» di Derek Benfield e lo ha fatto mostrando sicuramente doti di attore comico, apprezzato dal pubblico e dai compagni di avventura.
Francesco se l’è cavata molto bene. Ha una presenza scenica che si fa notare. E’ attento ai suggerimenti, sempre discreto ed educato, ma non perde nulla di tutto ciò che gli accade attorno e questo è sicuramente il modo migliore per assorbire, per imparare, per cogliere le mille sfumature di cui il teatro è capace.
L’esordio dunque è stato positivo e se come si dice il bel tempo si vede dal mattino... il futuro artistico di Francesco non potrà che essere ricco di soddisfazioni.
Infatti, in questi ultimi anni Francesco ha lavorato in alcune commedie in ruoli da caratterista molto ben interpretati, la qual cosa non fa che confermare le sue doti e le sue potenzialità.
Fabio Giri
Fabio Giri è approdato al Piccolo Teatro Arnaldo Martelli nell’inverno del 2015, e per ora ha preso parte ad un solo spettacolo: «UNA SERA AL BAR, DI RITORNO DALL’AREOPORTO, PER UN MATRIMONIO FINITO SU UNA PANCHINA», una miscellanea di testi di Ayckbourn, Simon, Benni.
Fabio inizialmente era molto incerto e nel corso delle prove la tonalità con cui diceva le battute previste dal copione non trovava mai riscontro nel corpo e nei suoi movimenti, che non erano mai in sincronia con la parola. Però Fabio Giri dimostrava impegno, era presente alle prove, anche se un po’ spaesato. D'altronde orientarsi in quell’ambiente, con la scena spoglia, con pochi oggetti, per uno che per la prima volta si cimenta con il teatro, non è mai semplice perché ti sfuggono tante cose ed elementi che solo i veterani e chi ha comunque in testa ciò che ne verrà fuori, riescono a cogliere in pieno.
Poi, qualche giorno precedente la -prima- ci si sposta sul palcoscenico del Teatro Titano, e lì è avvenuta la trasformazione di Fabio Giri. Infatti entrando la sera nel teatro in penombra, con la scena finita e illuminata a dovere, con le musiche adatte in sottofondo, Fabio ha visto qualcosa di molto dalle altre sere ed ha provato quelle strane sensazioni che non potrai mai spiegare al meglio agli altri, ma che ti sollecitano emozioni forti in una intimità assoluta, in cui ognuno, se riesce a percepire tutto questo, si trova davvero solo con sé stesso.
Da quel momento Fabio ha capito e il suo comportamento nelle prove è cambiato, ha trovato l’armonia indispensabile e tutto è divenuto più naturale, più semplice, più efficace.
Ancora una volta dunque si è ripetuto quel piccolo miracolo di cui il teatro a volte è capace. La sera dello spettacolo Fabio è stato impeccabile, con tempismo ed efficacia ha portato a termine la propria fatica contribuendo al successo del Gruppo e al consenso del pubblico.
Stando così le cose si può ben dire che Fabio Giri è stato un ottimo acquisto per il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli e, se la passione e l’entusiasmo dimostrato continueranno, il suo contributo sarà prezioso anche per il futuro.
Alida Casadei
Alida Casadei entra a far parte del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli quando interpreta la parte di Mariola, la comare, nella commedia di Stefano Palmucci «UNA FIOLA DA MARIDE’».
Le sue partecipazioni non sono state molto numerose perché Alida tra una commedia e l’altra si concede delle pause.
Comunque ha interpretato sette commedie, principalmente in dialetto, ma ha anche preso parte allo spettacolo in lingua messo in scena dal Piccolo Teatro Arnaldo Martelli nel 2012 «DAL TEATRO DELL’ASSURDO, ALL’ASSURDO DEL TEATRO».
Alida ha dimostrato di fare particolarmente bene nelle parti da caratterista, dove cura i particolari, a cominciare dal vestiario. Ma anche nelle parti da protagonista che ha sostenuto se l’è cavata egregiamente. E’ un elemento che prende molto sul serio l’impegno teatrale, con puntualità alle prove, assiduità e, anche sul palcoscenico, con la necessaria tranquillità.
I margini di crescita di Alida sono evidenti, infatti, come in tutte le discipline, anche in teatro l’allenamento e l’esperienza a volte fanno la vera differenza. E’ auspicabile quindi che Alida non demorda e continui a fornire il proprio contributo all’attività del Piccolo teatro Arnaldo Martelli.
Paolo Gattei
Nella storia della Filodrammatica di San Marino ci sono stati periodi caratterizzati da personaggi che più di altri hanno profuso il loro impegno. La stessa cosa vale per il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli dal 1963, data della sua costituzione, ad oggi. Ebbene, Paolo Gattei è sicuramente uno di questi.
Paolo approda al teatro nel 1969 quando partecipa alla commedia «UN ISPETTORE IN CASA BERLYNG» di D.B.Priestley. Rimane a far parte del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli fino agli inizi degli anni '90, lavorando in almeno 25 commedie.
Paolo è stato un interprete ecclettico, sapeva ricoprire i vari ruoli con disinvoltura, sia in parti da caratterista che da attore principale; da interprete di testi in italiano o di testi dialettali; in commedie comiche o drammatiche. Egli riusciva sempre al meglio nel costruire il suo personaggio. Il pubblico lo apprezzava molto e gli riservava simpatia e applausi. Sulla scena era molto puntuale, quindi una sicurezza per i compagni di avventura.
Si divertiva e faceva divertire, capace di stare insieme agli altri e quindi di ritagliarsi un ruolo di tutto rilievo nel gruppo e nella storia del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli. E’ stato indubbiamente per oltre venti anni un punto di forza, una certezza per la nostra Compagnia.
Paolo Gattei ha messo a frutto l’esperienza maturata nel PTAM, infatti si è cimentato anche nella stesura di alcuni testi che poi mise in scena con una compagnia di Serravalle.
Saltuariamente ci è dato di incontrare Paolo e subito scattano i ricordi, le esperienze vissute in comune, tra l’altro legate forse al più bel periodo della nostra vita, la gioventù. Ci si lascia quasi sempre con Paolo Gattei che fa una mezza promessa: «l’anno prossimo quasi quasi ritorno…»
Katiuscia Marani
Katiuscia è una delle più recenti acquisizioni da parte del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli, infatti ha preso parte alla commedia «GLI ALLEGRI CHIRURGHI» di Ray Cooney, rappresentata dal Gruppo nel 2015.
Per ora si tratta della sua unica partecipazione in qualità di attrice, quindi è difficile azzardare giudizi anche se, pur trattandosi di una piccola parte, Katiuscia ha dimostrato di avere una buona predisposizione.
Quel che è emerso comunque è la disponibilità a favore del Gruppo, le notevoli capacità organizzative, la predisposizione ad agire facendo seguire i fatti alle parole. Tutte doti davvero preziose ed indispensabili per fare teatro. D'altronde il teatro è un po’ la fabbrica dei sogni, ma per fare sognare è necessario essere tremendamente concreti. Katiuscia lo è sicuramente, quindi l’auspicio davvero sentito è che continui a dare comunque il suo contributo attivo al Piccolo Teatro Arnaldo Martelli che ha bisogno di persone come lei.
Bruno Masi
Bruno Masi è stata un’altra delle figure portanti del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli per un lungo periodo. Bruno esordisce nel Teatro Titano il 22 dicembre 1965, quando il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli rappresenta «NON TE LI PUOI PORTARE APPRESSO» di Georges S. Kaufman.
Da allora prende parte a ben 20 rappresentazioni, fino al 1977. Poi una lunga pausa e un momentaneo ritorno nove anni dopo nel 1986 quando viene rappresentata la commedia «LA BUTEGA AD PITROUN» di Guido Lucchini. Questa sarà, almeno per ora, la sua ultima interpretazione teatrale.
Che dire di Bruno Masi. E’ stato un attore poliedrico, si è cimentato un po’ in tutti i generi e in tutti i ruoli ottenendo successo e consenso. Bruno, soprattutto nel genere comico, era una vera maschera attesa dal pubblico che lo ha fortemente apprezzato e amato nel tempo.
Bruno è stato per oltre dieci anni un vero punto di forza del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli e la sua bonarietà, il suo modo di fare, la sua serietà, la sua capacità, hanno fatto sì che Egli contribuisse notevolmente a rinsaldare il legame e la complicità di quel magnifico gruppo di ragazzi di allora pieni di entusiasmo, di voglia di fare, di vivere la vita che avevano davanti.
Chi lo ha vissuto può ben dire che quello è stato un bel momento che rimane scolpito nella memoria e Bruno ne è stato uno dei protagonisti!
Massimo Bardelli
Massimo Bardelli è figlio d’arte, come la sua compianta sorella Rosella. Infatti è figlio di Elda Bardelli che, nei primi anni '60, prese in mano il Gruppo Filodrammatico di San Marino e lo rilanciò in modo così forte, tenace ed appassionato che ancora oggi riecheggiano i suoi insegnamenti attraverso gli allievi di un tempo oggi ancora in attività.
Massimo partecipò come attore per la prima volta in una commedia allestita dal Piccolo Teatro Arnaldo Martelli la sera del 5 febbraio 1968. Tre atti di Athos Ori.
Massimo quando iniziò era molto giovane e come tutti i giovani i suoi interessi forse erano altri e non il teatro che probabilmente aveva vissuto di riflesso. Ma credo che egli non riuscì a sfuggire, come del resto tutti noi, al pressing della madre e così iniziò a recitare.
Partecipò ad 11 spettacoli e via via migliorò le sue prestazioni e anche la passione aumentò con il tempo. Massimo Bardelli, assieme ad altri che entrarono nel Gruppo a quell’epoca, portò energia, freschezza e vitalità, tutte cose che sono comuni a quel periodo della vita che si chiama gioventù.
Poi il ragazzo è cresciuto e si è costruito una famiglia. Nel 1985 si è trasferito a Sassoferrato e qualche anno più tardi ha riscoperto una sua vecchia passione: la fotografia, campo in cui si è affermato.
Il suo ultimo spettacolo con il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli fu “I Cavernicoli” di G. P. Putnam’Sons, andato in scena presso il Teatro Titano nell’inverno del 1980.
L’ultima volta che lo incontrai fu in occasione della presentazione del filmato “I nostri primi cinquant’anni” (La vita del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli), svoltasi sempre nel Teatro Titano per festeggiare i cinquant’anni di attività della Filodrammatica di San Marino con la denominazione di Piccolo Teatro Arnaldo Martelli.
Quando dopo molti anni lo contattai telefonicamente per invitarlo all’evento ci raccontammo un poco della nostra vita e appresi in quella circostanza che egli era stato nominato Assessore alla Cultura di Sassoferrato.
Ebbene, la sera della presentazione Massimo era presente, era appositamente tornato a San Marino per la circostanza alla quale evidentemente non voleva mancare, a riprova dell’attaccamento a San Marino e alla Filodrammatica, a cui egli ha fornito il suo fattivo contributo mentre sua madre Elda ne è stata protagonista assoluta.
Con lui quella sera c’erano anche le sue figlie!
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Pier Domenico Cardelli
Pier Domenico Cardelli è approdato al Piccolo Teatro Arnaldo Martelli il 5 febbraio 1979, in occasione della rappresentazione della commedia “Acideint ma c’la mela” di Ermanno Cola.
Delly, così lo chiamavamo, ha portato all’interno del gruppo il dinamismo e la freschezza tipici della giovinezza. Per la Filodrammatica di San Marino è indubbiamente stato un ottimo elemento poiché le sue qualità attoriali si sono dimostrate sul campo piuttosto spiccate e versatili. In particolare è stato capace di interpretazioni da caratterista veramente notevoli.
Nonostante la sua indole un po’ rivoluzionaria, tipica dell’età, in cui a tratti non era difficile riconoscersi, la passione per il teatro in generale e per il Gruppo Filodrammatico Sammarinese in particolare era assai sviluppata.
Pier Domenico ha preso parte a 16 spettacoli di fila fino al 1989. Poi, trovata la sua metà, mise su famiglia e per un lungo periodo, 21 anni, non prese più parte attiva in nessun’altro spettacolo del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli.
Tornò nel 2010, per interpretare un ruolo nella difficilissima commedia di Ray Cooney “Taxi a due piazze”. Lo spettacolo ebbe un notevole successo con svariati applausi a scena aperta e diverse chiamate sul palcoscenico alla fine.
La commedia fu replicata per diverse volte. L’ultima fu il 14 dicembre 2011, nell’ambito della Rassegna Teatrale organizzata dall’Ufficio Attività Culturali, in cui era stata inserita. Fu anche l’ultima interpretazione di Pier Domenico Cardelli, almeno per il momento, ma fu senz’altro una interpretazione molto ben riuscita di un personaggio scomodo e difficile da rappresentare.
Insomma “Delly” è stato un elemento importante nella storia del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli.