Hanno detto
* * *
Nel cielo la luna ha percorso tanta strada. S’avvicina calando alle vette dell’Appennino. Ma il suo volto ha perso la lucentezza di prima. Impallidirà del tutto prima di nascondersi sotto la linea dell’orizzonte. Poiché il sole è vicino e fra poco uscirà dalle acque del Mare Adriatico.
Così di giugno, nel plenilunio, il mio paese. Così era. Ed ogni volta che giugno ritorna, così è.
Non c’è mai stata, oltretutto, una così profonda diseducazione nei governanti e nei governati, perché questi ultimi si rispecchiano in quelli ed i cittadini non hanno più nessuno o quasi da prendere ad esempio.
C’è quindi incombente il problema che si può chiamare di ecologia politica: cioè creazione e salvaguardia di un ambiente politicamente e amministrativamente sano; disinfestazione dai parassiti del paternalismo clientelare; estirpazione della pianta dell’abuso e del personalismo nell’esercizio del potere.
La nostra fatica principale deve essere d’ora in poi quella di partecipare al rinnovamento e alla moralizzazione della politica; e non solo all’interno dei partiti.
La nostra vita pubblica si è addormentata in un quietismo musulmano.
Un aforisma si è fatto strada tentando la pigrizia degli animi nostri, e conducendoli in un ozioso e beato sogno di dovizia, ben lungi dall’essere realizzato.
Si è detto, si ripete, si afferma: si pensi alla questione economica! Si risolva il problema finanziario che assilla il nostro Paese! Qui sta tutta la politica nostra! A questo punto debbono convergere tutti i partiti! Questa è la meta d’ogni buona iniziativa.
Nulla di men vero: nulla di più pericoloso! E noi lo constatiamo col fatto. L’uomo non è compendiato nel breve perimetro di una moneta. Uno Stato, anche minuscolo come il nostro, non può ridurre le complesse sue funzioni di vita al solo ministero del tesoro!
Ma politica e finanza debbono compenetrarsi e seguire di pari passo l’esplicazione più alta della vita civile, nell’ordine storico e contemporaneo.
In questi tempi che aduggiano spesso di tanta tristezza, l’edonismo, il materialismo, l’egoismo, dovuti in gran parte al sopraggiunto improvviso benessere materiale che pochi decenni orsono si poteva vagheggiare come un sogno o per i più prudenti definirlo come utopia, subentrano agli ideali di Religione, Patria e Famiglia scalzandoli, relegandoli e uccidendoli in tante coscienze.
E quando siffatti ideali non risplendono più quale luce irradiante e benefica, tanta tenebra succede nella quale è pur facile ogni intento di minare le basi di ogni istituto civile.