Riflessioni Titaniche

La Tempesta dopo la quiete

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Dopo l’esito elettorale dell’ultima elezione politica generale, si è generato un Governo sull’asse DC/RETE.

La Democrazia Cristiana, grazie ad una serie di contingenze favorevoli ottenne 21 seggi, andando oltre le aspettative, mentre RETE, pur ottenendo un risultato soddisfacente, non sfondò, così come le previsioni lasciavano prevedere. Però prese vita un Governo di coalizione che presto divenne a guida DC, visto che RETE, evidentemente colpita dall’ebrezza del potere, gradualmente mise in atto una svolta a 180 gradi, che la portò a disconoscere molte posizioni assunte in campagna elettorale e ad allontanarsi dall’elettorato che l’aveva scelta.
La delusione per gli elettori di RETE è stata cocente e, al tempo stesso, illuminante, perché ha contribuito a conoscere meglio gli uomini del Movimento che doveva rivoluzionare il sistema e non lo ha fatto; illuminante, perché la politica si muove sulle gambe degli uomini e se gli uomini sono incoerenti, inaffidabili e protesi al benessere personale piuttosto che a quello della Comunità, le delusioni sono davvero cocenti.
Negli anni, la posizione di RETE è divenuta così controversa e contradittoria, che la logica ha portato quel Movimento a ritirarsi dal Governo e dalla maggioranza.

La DC, vedova dell’alleato di riferimento, pur di rimanere a galla e di evitare le elezioni anticipate, ha pensato bene di suggerire giochi di prestigio ai poveracci di NPR e di inventare la nascita in corsa di un nuovo partito: Alleanza Riformista, un coacervo di uomini un po’ di sinistra ma non troppo, un po’ di destra ma non troppo e qualcuno di destra completamente. Come facciano a stare insieme non lo si è capito, almeno sul piano ideologico; più facile intuirlo sul piano dell’interesse personale, dal punto di vista politico.

Ed è così che ha preso vita il Governicchio DC, Motus (quelli che non sono mai d’accordo ma che dal Governo non si schiodano) e un pezzo di NPR, ma anche una spruzzata di MIS, di falliti tecnicamente, di venditori di voti, di contigui con il Tribunale, di praticanti del conflitto di interessi, che, tutti insieme, avrebbero dovuto reggere le sorti del Paese. Risultato: anche questa formula è miseramente fallita e il Governo cadde per la seconda volta.

Questi fatti, oltre a dimostrare che la legge elettorale va cambiata in senso proporzionale puro, dimostra il fallimento di una impostazione di governo muscolare, paternalistica e autoreferenziale. Solo che anche la DC non è più la DC di un tempo e i suoi vertici non riescono più a determinare le rotte per il futuro del Paese.
Tutto questo ha fatto sì che anche alleati fedelissimi nella forma ma non nella concreta sostanza, hanno preso le distanze ed in occasione della nomina della Reggenza Aprile/Ottobre 2024, hanno votato con l’opposizione favorendo la nomina di una Reggenza alternativa a quella proposta dalla Democrazia Cristiana (DC/AR). Per quale motivo il Partitone si sia ostinato a sostenere una Reggenza che non disponeva dei voti necessari è per me un mistero, sta di fatto che ora diventa più difficile trovare le giuste via d’uscita in vista delle elezioni previste per il 9 giugno prossimo.

Certo, se le posizioni rimarranno quelle a difesa del malandato fortino, non è detto che si trovino soluzioni percorribili in questa fase e allora dovrebbe necessariamente essere tutto rimandato all’esito elettorale che definirà il nuovo rapporto di forze. Sarebbe la prima volta nella storia recente di San Marino che ciò accadrebbe: le elezioni sarebbero affrontate da tutte le forze politiche in mare aperto, con esiti finali difficili da immaginare.
Vedremo…

Il nostro Paese ha di fronte a sé molti e complicati problemi da risolvere e per fare questo avrà bisogno di un Governo e di una maggioranza solida, convinti e decisi, che sappiano affrontare la prossima legislatura con vero senso di servizio nei confronti degli interessi della collettività sammarinese e non diano spazio agli opportunisti vecchi e nuovi; ma occorre che siano anche coesi e tengano insieme chi insieme ci può stare.

Diversamente sarà un altro salto nel buio!

 



Augusto Casali
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