L'Astrolabio

Scossa di Terremoto a Palazzo

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Quanto è avvenuto a Palazzo in occasione della nomina dei Capitani Reggenti, politicamente somiglia molto ad un terremoto di magnitudo notevole. Infatti, è successo quello che non era mai successo e che nessuno avrebbe mai immaginato potesse succedere.

D’altronde è stata presentata, a nome della maggioranza, una coppia di candidati, (DC/AR), quando su uno di questi non c’era l’accordo di tutti, in particolare del PSD che a più riprese aveva messo in dubbio nei giorni precedenti la scelta di uno dei due nomi proposti. Quindi è difficile definire di maggioranza una proposta che non poteva contare sui voti di cui la maggioranza stessa avrebbe potuto disporre.
Essendo 60 i consiglieri non era difficile fare due conti e capire come sarebbe andata a finire. Invece la DC, forse per premiare la fedeltà di AR, partito letteralmente inventato dopo il ritiro della delegazione dal Governo di Rete per consentire di dare vita all’attuale Governicchio, incredibilmente e ciecamente, ha proseguito nell’idea di fare passare una Reggenza praticamente monocolore.
Ripeto, incredibilmente, in quanto fino a ieri la dirigenza del Partito di maggioranza relativa ha avuto saldamente in mano la possibilità di incidere in modo determinante nelle scelte future, ma, fin dal tempo dell’Aggregazione Socialista e anche ultimamente di fronte ai nuovi posizionamenti politici, non ha mai fornito i segnali che avrebbero potuto definire gli equilibri possibili. In questo quadro si inserisce dunque la vicenda Reggenza, che ora sappiamo come è andata inevitabilmente a finire, la qual cosa, ai miei occhi, fa apparire ancor più incomprensibile dal punto di vista politico l’atteggiamento dei democristiani. Forse ci saranno altre motivazioni a noi sconosciute.

Comunque, nell’interesse del Paese, alle prese con alcuni problemi veramente complessi, mi auguro che gli accadimenti di questi giorni siano forieri di saggezza ed evitino di far correre rischi alla nostra Repubblica per il futuro.
Ho letto alcune prese di posizione assunte a caldo e mi pare che ancora taluni non abbiano recuperato la piena lucidità. C’è chi auspica la DC all’opposizione con tutti gli altri, o quasi, al Governo; c’è chi vuole consumare qualche piccola vendetta; c’è chi vuole arrivare al braccio di ferro; c’è chi ha paura del ritorno di Repubblica Futura; e c’è qualche opportunista di professione che ricerca una nuova opportunità.

Intanto occorrerebbe chiarezza e, dopo quanto è successo, il Governicchio dovrebbe nel suo insieme dichiarare fallimento presentando in blocco le proprie dimissioni per dare via libera allo scioglimento del Consiglio Grande e Generale e alle elezioni. Invece, a quanto pare, i partiti che sostengono la maggioranza sembra facciano finta di niente. Non c’è più una maggioranza, neppure in grado di nominare i Capitani Reggenti, non c’è più di fatto un Governo e il Consiglio Grande e Generale continua la sessione come se nulla fosse successo.

A questo punto lo scioglimento del Consiglio diviene passaggio ineludibile, anche da parte di coloro i quali sono affezionatissimi alla propria poltrona, e se non lo fa la maggioranza diano le dimissioni i consiglieri di opposizione per porre fine a questa lenta agonia che coinvolge tutti i sammarinesi.
Successivamente sarà opportuno che tutte le forze politiche tornino con i piedi per terra e ricomincino a dialogare per non fare correre al Paese, già alle prese con seri problemi, nuove avventure e nuovi rischi.

A mio avviso, le forze più affini e omogenee devono confrontarsi sulle cose da fare per risollevare il nostro Paese sul piano politico, sociale, morale ed economico, al fine di affrontare il passaggio elettorale imminente nella chiarezza nei confronti degli elettori, nella progettualità condivisa e nella difesa della sovranità della Repubblica di San Marino.

Se ciò non avverrà, credo che alle prossime elezioni politiche generali potrà accadere di tutto, ma difficilmente ne uscirà vincente il Paese.

 



Augusto Casali
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