L'Astrolabio

Sarà vera gloria?

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Il 28 marzo scorso è stato emesso un pomposo comunicato in cui si dava conto dell’approvazione all’unanimità da parte del Senato Italiano di Accordi in materia di cooperazione giudiziaria tra Italia e San Marino.

E’ pur vero che a breve ci saranno le elezioni e quindi ognuno cerca di vendere quello che può, ma nella circostanza l’enfasi e i toni usati, mi sono sembrati davvero esagerati: pareva che la cooperazione giudiziaria tra Italia e San Marino fosse nata il 28 marzo scorso. Invece ciò che è avvenuto è frutto della cooperazione tra i due stati iniziata molto tempo addietro. In pratica è stata raggiunta una intesa in materia di sequestro e confisca e di esecuzione delle pene alternative, ovvero la naturale conclusione di aspetti non certamente nuovi, che, in definitiva, pur essendo un fatto positivo, poco o nulla aggiungono o tolgono ai due stati.
Qua invece si è parlato di apertura della strada «a una collaborazione ancora più stretta e fruttuosa»; di «un messaggio chiaro dell’importanza della collaborazione internazionale» e soprattutto si è detto che l’evento «conferma e consolida le ottime relazioni tra i nostri due Paesi» (Italia e San Marino).
Quest’ultima affermazione non mi pare particolarmente centrata, perché a me sembra che a forza di parlare di Europa, questo Governo abbia molto messo in secondo piano il rapporto con l’Italia, in cui il nostro Paese è geograficamente inserito, ragion per cui, piaccia o non piaccia, l’amica Italia rimane un naturale interlocutore privilegiato per San Marino.

Anzi, per dirla proprio tutta, non credo siano sufficienti valanghe di onorificenze, strette di mano e foto ricordo per poter dire di avere buoni rapporti con i vicini di casa. Sono i fatti che contano e di fatti, negli ultimi anni, se ne sono visti davvero pochi.

Ora, ad esempio, è scoppiata la vicenda San Marino RTV, frutto di un accordo bilaterale tra i due Governi, gestito al 50% da RAI e ERAS: il Bilancio 2023 non è stato licenziato e i soci, a maggioranza (i tre rappresentanti italiani RAI e il rappresentante sammarinese di RETE), hanno individuato un percorso di risanamento dei conti imperniato sul drastico ridimensionamento della forza lavoro, mentre lo stesso Direttore Generale, Vianello, in disaccordo sulle tempistiche e le modalità, ha rassegnato le proprie immediate ed irrevocabili dimissioni. Insomma, una tempesta perfetta che assume ora contorni prevalentemente politici.
Che cosa si vuole fare della nostra televisione di Stato? La risposta non può che scaturire dal confronto tra Governi, perché, lo ripeto, la questione è diventata politica e non societaria, a conferma che i rapporti con l’Italia restano per noi sammarinesi fondamentali. Speriamo che il nuovo Governo se ne renda conto, perché ho sentito le dichiarazioni dei Segretari di Stato competenti ancora in carica per l’ordinaria amministrazione e mi sono sembrati due signori capitati lì per caso.

Forse è l’occasione di fare una riflessione a tutto campo e assieme alle valutazioni sulla forza lavoro della nostra TV, sarebbe il caso di approfondire il tema della qualità del prodotto e impegnarsi per un rilancio che si basi, prima di tutto, sulla qualità dei programmi, perché più sarà alta e maggiori saranno i risultati anche economici.
Qualcuno parla dell’eccessivo costo che viene affrontato per rilanciare il segnale sul satellite, che, a mio avviso, non è affatto eccessivo ma è in linea con i costi di mercato. Il problema è che quando si decise di approdare alla televisione satellitare, ed io ne sono stato un sostenitore, i progetti erano assai diversi da quelli che poi si sono realizzati. L’utilizzo del satellite non può riguardare la ripetizione di programmi melensi, datati, o rivolti al pollaio interno. Il satellite deve essere inteso come una strada di accesso al mondo e San Marino in particolare avrebbe dovuto e dovrebbe, esportare la propria statualità, gli appuntamenti istituzionali, la storia, le tradizioni, le attrattive turistiche, al fine di promuovere nelle altre nazioni l’immagine e la conoscenza della Nostra Repubblica.
Un esempio per tutti: quando fu inaugurato l’uso del satellite, il Direttore Generale della San Marino RTV era Carmen Lasorella, la quale organizzò la diretta della visita nel nostro Paese di Papa Benedetto XVI e le immagini furono richieste da molti paesi alla nostra Emittente di Stato, che ne aveva l’esclusiva.
Questo significa mettere al centro la Repubblica di San Marino.
Il nostro Paese ha necessità di una Televisione di Stato che riesca a superare i confini e possa inviare messaggi alle genti di altri paesi, di altri stati e di altre nazioni. Quindi questo intoppo di bilancio, che mette a nudo tematiche comunque intuibili, sia occasione per rilanciare questo prezioso strumento che si chiama televisione per rimediare ai numerosi errori del passato, per crescere nella qualità, per assecondare i progetti della Repubblica e per difendere i posti di lavoro che chiamano in causa numerose famiglie.

 



Augusto Casali
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