Amarcord

Il primo fonografo a San Marino

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dai ricordi di Augusto Casali

tratto da «Il Titano racconta» di Egidio Belisardi - 1974

Fu nel lontano 1901 l’arrivo a San Marino del primo fonografo. Il rappresentante di una casa industriale era salito a San Marino per presentare la novità assoluta di una macchina parlante. Si trattava di un prototipo di fonografo, di quelli a tromba, che ricevevano la voce da una puntina magnetica che strisciava sopra un rullo.

I sammarinesi, amanti delle novità, accorsero alla prova dimostrativa del sensazionale apparecchio che parlava e cantava in maniera quasi comprensibile. In una grande sala di una vecchia casa sammarinese, l’apparecchio gracidò davanti ad un centinaio di curiosi.
In breve la voce si sparse e tutti a San Marino sostituirono gli abituali argomenti con quello attualissimo del fonografo. Molti avrebbero voluto corredare la propria casa di una così spettacolare attrattiva, ma il prezzo della nuova invenzione era esorbitante. Costava nientemeno che 27 lire, senza contare poi i rulli, che erano in vendita al cospicuo prezzo di 75 centesimi l’uno.
Il fonografo mosse grande scalpore, ma il rappresentante non trovò un solo acquirente. Tuttavia non fece un inutile viaggio fino al Titano.
Alcuni buontemponi dell’epoca pensarono di andare per le campagne del Sammarinese a presentare la grande novità. Lo scopo non era di piazzare l’apparecchio, ma di far divertire quelle genti semplici, in cambio di merende, pranzi e cene. E così si fece.
La comitiva, formata dal rappresentante della casa fonografica e da cinque o sei buontemponi, percorse in largo e in lungo il piccolo territorio nazionale, fermandosi in ogni casa e ritrovo.
Dappertutto erano meraviglie, inviti e cordialità. Il bravo rappresentante non trovò un solo sammarinese disposto ad acquistargli la macchina parlante, ma guadagnò tre mesi di mantenimento tra feste e inviti vari.

Al momento di accomiatarsi, aveva le lacrime agli occhi e si racconta che abbia detto:
«I Sammarinesi non saranno grandi clienti, ma se tutti fossero così, potrei smettere di fare il commesso viaggiatore.».

 



Augusto Casali
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