Amarcord

Amos Piccini se ne è andato...

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dai ricordi di Augusto Casali

Forse ai più, a San Marino, il nome di Amos Piccini dice poco. Amos, assieme a Guido Lucchini, è stato un insigne cittadino riminese. Guido è stato definito il poeta della Barafonda, perché ha scritto tante commedie dialettali e poesie, Amos Piccini ha scritto tante cose: prosa, commedie in italiano e dialettali, poesie di pregio.

Il primo era un autore diciamo più popolare, Amos era sicuramente un autore più intellettuale, ma entrambi sono stati due protagonisti di un’epoca riminese di grande vitalità per quello che riguarda il Teatro amatoriale.
Lucchini fu l’anima della Compagnia E Teatre Rimnes, che per decenni ha rappresentato le commedie prodotte dallo stesso Guido con un gruppo composto da un cast davvero eccezionale.
Amos Piccini fu invece l’anima della Compagnia Sipario Aperto, che si misurava in una sana competizione con la Compagnia di Lucchini e si divideva applausi e consensi.
Io attraverso il Piccolo Teatro Arnaldo Martelli ho avuto la fortuna di conoscerli entrambi e di frequentarli a causa della stessa inguaribile passione: il teatro!
In particolare ebbi modo di incontrarli agli inizi degli anni '80, quando per iniziativa riminese prese vita l’AS.TE.D. (Associazione Teatro Dialettale) che riuniva le migliori Compagnie della Romagna e vollero che ne facesse parte anche la storica Filodrammatica di San Marino. Noi aderimmo a quella iniziativa, ma con un accordo che ne riconosceva l’autonomia derivante dal fatto di essere una Compagnia di un altro Stato: La Repubblica di San Marino.

Amos Piccini
In foto: Amos Piccini

Per avviare le varie iniziative ed in particolare la Rassegna Teatro Dialettale che prese vita successivamente presso il Teatro Novelli, ci si incontrava nella sede dell’Associazione Donatori del Sangue di Rimini. In quella saletta, un po' in disparte, si sedeva sempre Amos Piccini, un signore che tutti mi definivano un po' scontroso. Dopo i primi incontri io l’avvicinai e cominciai a parlare con lui e lo trovai da subito un uomo intelligente, ironico, con una esperienza di vita già notevole e fondamentalmente buono d’animo.

Non so perché , non so come, fatto sta che entrammo molto in sintonia e ogni volta che ci incontravamo, queste due persone, una più giovane e l’altra più matura, era come se si incontrassero due vecchi amici.
Sta di fatto che con la Compagnia del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli rappresentammo anche due sue commedie: «Un gnè pescia gnenca te chemp sent» e «Gvan, Pevle e Francesca: totta la verità».
Poi l’attività dell’AS.TE.D.: si esaurì, anche perché il tempo passato aveva lasciato il segno anche ai componenti delle varie Compagnie, oltre che ai loro autori e registi: Guido e Amos.

E Teatre Rimnes e Sipario Aperto esaurirono la loro attività e questo fatto dovrebbe insegnare qualcosa anche alle Autorità Sammarinesi, spesso distratte quando si parla di teatro e tradizione, rispetto alla storica Compagnia del Piccolo Teatro Arnaldo Martelli che con questo nome opera a San Marino da sessant’anni senza soluzione di continuità e tramanda, attraverso la denominazione di Filodrammatica di San Marino prima e Filodrammatica Arnaldo Martelli poi, una tradizione che affonda le sue radici addirittura nel 1589.

Ma tornando all’amico Amos Piccini devo dire che, anche se le occasioni di incontro erano diventate rare, i nostri rapporti non si sono mai interrotti. Egli mi ha fatto dono di alcune sue pubblicazioni: «Secondo Atto», «A vuria zcar in dialet» e «E nost Dialet», un prezioso vocabolario del dialetto Romagnolo/Riminese, «Il salvagente» e, credo, la sua ultima fatica letteraria del 2005: «Reader’s Indigest» (Parole difficili in agrodolce), tutte con regolare ed immancabile dedica. In una di queste, si trattava di una pubblicazione di parole e vignette in libertà, mi scriveva:
«All’amico Augusto Casali perché trovi il tempo, fra tanti seri impegni, per un sorriso.».

Insomma Amos è stato un uomo prezioso, arguto, ironico e capace, che ha lasciato un segno indelebile nella sua Città, nei confronti di coloro che lo hanno conosciuto e certamente nel mio animo, e con questo mio scritto ho voluto rendere omaggio a quell’amico un po’ burbero ma con un cuore grande così!

 



Augusto Casali
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