Amarcord

Il primo incidente

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dai ricordi di Augusto Casali

Questo racconto è tratto dal libro -Il Titano Racconta- (1974), di Egidio Belisardi.

Il primo incidente automobilistico a San Marino fu nel 1912. Il fatto scosse fortemente gli animi e l’opinione pubblica di San Marino. Le strade che portavano al Monte Titano erano strette e ripide, più adatte agli zoccoli dei cavalli che alle ruote gommate delle prime automobili. Una di queste era giunta fino alla Città alta di San Marino.

Recava a bordo quattro passeggeri: marito, moglie e due figli. Nel fare ritorno verso Rimini, l’autovettura uscì di strada in vista di Borgo Maggiore, lungo un tornante rimasto tragicamente famoso e temuto per molti anni. La curva improvvisa e scoscesa, che la macchina non riuscì ad abbordare, si chiamava La Massaretta. Non si seppe mai la vera causa della sciagura. Forse dipese dall’imperizia del pilota, forse dall’eccesso di velocità, o forse dalla rottura dei freni. Come un bolide, il pesante automezzo giunse al bordo esterno della curva, sbattè contro i pilastri di pietra che, uniti da sbarre di ferro fungevano da parapetto. Questo sostenne l’urto della macchina, facendola impennare e capovolgere.
L’automezzo, girando verticalmente su sé stesso, capriolò in basso, trascinando i quattro passeggeri in un salto mortale di circa 30 metri. Moglie e marito perdettero la vita. I due figli furono estratti dai rottami della vettura in gravissime condizioni. Si seppe che poterono sopravvivere, ma con gravi e permanenti lesioni in tutto il corpo.



L’avvenimento, agli albori della motorizzazione, spense gran parte dell’entusiasmo che i sammarinesi nutrivano per la nuova invenzione della tecnica. Non solo: per molti anni San Marino fu segnalata come località pericolosa, a causa delle sue strade impraticabili, sicchè i radi turisti, che prima vi si avventuravano, cominciarono a prendere diverse e più sicure direzioni.

Oggi, in epoca di strade, macchine e incidenti che caratterizzano il traffico come una regola tragica e scontata, il ricordo di quel primo incidente appare quanto mai superato e sbiadito. Altrettanto lontano si fa il ricordo di quelle strade da muli che conducevano sul Titano.

Di fronte ai moderni nastri stradali che congiungono San Marino con l’intero arco costiero romagnolo. Eppure il dramma di quell’automobile e di quelle quattro esistenze è riemerso per lungo tempo, attraverso il racconto di chi fu testimone, con la forza dei contorni che accompagna le figure dei pionieri.

 



Augusto Casali
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