Riflessioni Titaniche

Il nuovo, avanzato…

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I recenti fatti politici del nostro Paese, che hanno portato RETE al ritiro della delegazione di Governo, ci pongono tutti quanti di fronte ad alcune considerazioni.

Anche il Governo scaturito dalle ultime elezioni politiche generali non ha retto e si è rotto, esattamente come quelli precedenti. Ciò significa che cambiano le leggi elettorali ma non cambia il risultato: la governabilità del Paese non è per nulla garantita, così come si voleva invece ottenere attraverso la nuova legge elettorale, tenendo poi conto che la governabilità può essere un valore aggiunto nella misura in cui esiste un governo operativo, efficiente, che affronta e risolve i problemi dei cittadini, altrimenti diventa un disvalore che penalizza i sammarinesi.

Personalmente penso che occorrerebbe il coraggio, che non si è avuto nella stesura delle regole del gioco nell’ultima occasione, per tornare al sistema elettorale proporzionale puro. La qual cosa imporrebbe la presenza in Consiglio Grande e Generale delle varie forze politiche in percentuale esatta rispetto ai risultati ottenuti nella tornata elettorale. Questo, tra l’altro, permetterebbe alla politica di esercitare il ruolo che gli dovrebbe essere proprio: rappresentare l’elettorato nella assemblea legislativa, mediare con le altre forze politiche, trovare convergenze sui programmi per lo sviluppo del Paese e alla fine dare vita a governi veramente solidi in quanto frutto di confronto serrato e dettagliato rispetto alle cose da fare, anziché confezionare programmi approssimativi per accogliere tutti, anche quelli che insieme non possono stare, come è successo anche con l’attuale legge elettorale.

Seconda considerazione: La rivoluzione annunciata dal movimentismo è miseramente fallita e semplicemente perché non era vera rivoluzione. Infatti, da una parte si è tentato di spazzare via una intera classe politica senza essere capaci di distinguo preziosi tra gli esponenti politici che hanno approfittato del loro ruolo e chi invece non lo ha mai fatto, che non mi pare una differenza da poco; dall’altra ci si è presentati come gli scardinatori del sistema ma alla prima occasione sono saltati sul carro del Governo, anche se tutti sapevano che PDCS e RETE erano incompatibili.

Come hanno fatto a stare insieme per circa 4 anni? Semplice, RETE ha fatto marcia indietro quasi su tutto, tanto che era difficile vedere differenze tra democristiani e retini. Poi, con l’avvicinarsi della scadenza elettorale, dentro RETE era difficile tenere in piedi una situazione ibrida, i duri e puri si sono fatti sentire e i governativi, che nel frattempo con le loro Segreterie non avevano davvero brillato per efficienza, dopo una strenua resistenza hanno dovuto cedere. Quindi la gattopardiana regola, cambiare tutto per non cambiare niente, si è per l’ennesima volta ripetuta. Solo che cercare di cancellare la storia, come è stato tentato di fare, oltre che difficile, è sempre un grande errore. La storia va sempre rispettata, perché, come dice il poeta «la storia siamo noi», e pur nell’evoluzione dei tempi, la memoria del passato va sempre tutelata per il buono che comunque è riuscita a dare e ad insegnare.

Purtroppo tutte le novità, o per meglio dire, quelle che apparivano come novità, portano tutte all’idolatria di un unico dio: il denaro! L’affarismo, l’arrivismo, la carriera facile. Quelli che dovrebbero essere i valori, i principi e gli ideali delle varie dottrine politiche, nessuna esclusa, sono passate di moda e il bene comune di una piccola realtà come quella di San Marino ha lasciato spazio all’individualismo esasperato, all’apparire piuttosto che all’essere, senza ancora rendersi conto che stiamo tutti precipitando in un vortice molto pericoloso per il nostro Paese.

D’altronde sarebbe sufficiente non chiudere gli occhi per rendersi conto che l’oggi per i sammarinesi pone molti più problemi di ieri e che i politici di ieri non governano più questo nostro Paese ormai da diversi lustri. Senza nessun intento polemico, la mia è una semplice constatazione che penso possa essere condivisa da molti.

Ora poi San Marino sta vivendo un momento politico delicato e in tanti stanno cercando di sfruttare l’occasione propizia: individui discussi e discutibili, personaggi che trasudano conflitti di interesse da ogni dove, opportunisti seriali e mezze cartucce cercano ancora qualche mese di ebrezza da potere, e non perché sono capaci, non perché hanno una idea, non perché hanno un lampo di genio, ma semplicemente per un casuale fatto aritmetico: è il nuovo, avanzato.
Qualcuno pensa che da tutto questo nascerà qualcosa di forte, personalmente penso che, con le premesse di cui sopra, al massimo nascerà qualcosa di già morto.

La speranza è che i pochi, ma che ci sono in ogni schieramento, che ancora agiscono nell’interesse generale, avendo una visione ampia e plurale del futuro di questa nostra Repubblica, rifiutando lo stucchevole politicamente corretto, possano farsi largo nella considerazione degli elettori e di ogni sammarinese. Allora, forse, le cose potrebbero cambiare in meglio per San Marino!

 



Augusto Casali
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