Riflessioni Titaniche

E le stelle stanno a guardare…

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Le cose nel nostro Paese non vanno. Non vanno proprio e da diversi anni. Il potere di acquisto delle famiglie sammarinesi nell’ultimo decennio si è eroso a favore del caro vita indiscriminato; della mancanza di adeguamento di stipendi e pensioni; della dissennata politica delle utenze messa in atto dai vertici dell’AASS per arginare il deficit accumulato dopo aver fatto evaporare milioni di utili accumulati nel decennio trascorso.

La sanità, nonostante l’abnegazione dei medici e dei paramedici in servizio è ridotta solo un pallido ricordo di quel che era un tempo, data in pasto ad una commistione tecnico-politica spesso incompetente ed arrogante, capace solo di scimmiottare il sistema italiano, applicato ad una micro-realtà di poco più di 30.000 abitanti. Il nuovo Segretario di Stato ce la mette tutta, tirato per giacca come lo sarà da tutte le parti, ma l’aspirina, per un malato così grave, è chiaramente insufficiente.
La burocrazia è ormai dilagante e la P.A., che nonostante tutte le critiche bipartisan continua ad essere gestita clientelarmente, anziché essere di aiuto per le imprese e l’economia diviene di fatto un nemico dello sviluppo.
Le risorse finanziarie hanno avuto necessità del ricorso al debito pubblico e quelle per fare crescere l’economia del Paese latitano, ma a guardar bene si continua a gettare soldi dalla finestra per iniziative inutili, quando non addirittura clientelari; trasferte in ogni dove, in cui potrebbero tranquillamente fare a meno di noi; mentre di riduzione di sprechi e di aumento di risparmi nessuno parla.

E mentre i sammarinesi si trovano di fronte tutti questi enormi problemi che pongono seri interrogativi anche per i destini personali di ognuno di noi, le dieci stelle che compongono il Governo stanno a guardare… immobili, senza toccare niente o quasi, lasciando andare le cose lentamente. Al massimo lasciano giocare qualcuno con le rotonde, altri con il secchiello e la paletta, qualcun’altro con il turismo praticante, ma sulle cose serie, quelle che interessano le famiglie sammarinesi non succede nulla di nulla. Neanche Galileo Galilei, se tornasse in vita, potrebbe riaffermare «Eppur si muove…».

Ma allora per quale motivo si è deciso di tirare avanti mettendo in piedi una nuova maggioranza un po' raccogliticcia, con il fiato corto, se non deve accadere nulla? Solo per giungere alla improbabile firma degli accordi con l’U.E.? Un po’ poco se sul groppone dei sammarinesi rimangono tutti i problemi irrisolti e magari se ne accumuleranno altri, dono dell’U.E. Tra l’altro, vorrei segnalare che ancora nessuno sa nulla di questo benedetto accordo, ma non solo i cittadini, anche molti Consiglieri della Repubblica sono all’oscuro di quanto raggiunto fino ad ora. Mentre il Presidente della Commissione Esteri del Senato Italiano, Stefania Craxi, venuta recentemente in visita a San Marino, ha chiaramente detto che sarà ineluttabile trovare prima un accordo con Bankitalia e Mef, quindi con l’Italia ma San Marino le stelle stanno a guardare e pare nessuno in maggioranza si sia accorto della necessità di coinvolgere lo Stato che circonda geograficamente il nostro Paese da ogni lato, senza inopportuni scavalcamenti. Intanto Monaco si è ritirato dalla trattativa, probabilmente perché avendo raggiunto un buon accordo con la Francia – guarda un po’ - non ritiene vantaggioso farne un secondo con l’Unione Europea. A San Marino invece si va avanti a testa bassa e dalle ultime dichiarazioni rilasciate da uomini di governo, non solo si tengono all’oscuro i sammarinesi, ma addirittura si comincia a storcere il naso rispetto alla possibile celebrazione di un referendum per evitare che 60 persone, non sappiamo bene quanto informate, prendano decisioni i cui effetti ricadranno su tutti i sammarinesi, nessuno escluso, imponendo scelte che invece andrebbero attentamente valutate dai sammarinesi, dopo essere stati posti nella condizione di capire i termini, i costi e i benefici per San Marino previsti dal trattato. Ammesso che la maggioranza riesca a parafare gli accordi con l’U.E entro il 2023, impresa che appare assai gagliarda, un Consiglio Grande e Generale serio, non autoreferenziale e democratico nei fatti, dovrebbe predisporre una apposita legge in cui si afferma che l’Accordo parafato con l’Unione Europea, entrerà in vigore solo dopo la celebrazione del Referendum Confermativo.

Tutto questo accade a pochi mesi dalle Elezioni e le varie forze politiche, schiave di una legge elettorale profondamente sbagliata, dovrebbero cambiare prospettiva e smetterla di pensare solo al potere, al posticino in un Governo dove magari non si conta nulla, per cui si da vita ad ammucchiate di sigle che non possono stare insieme solo per raggiungere un voto in più dell’avversario. In questo modo, ve ne sarete accorti, sopraggiunge la morte della politica per fare spazio alla mediocrazia di questi ultimi lustri, i cui risultati mi sembra siano purtroppo assai chiari sotto i nostri occhi.

Occorre invertire la rotta.
Prendere atto dei gravi problemi che affliggono il Paese e risolvere le questioni più evidenti che pongono le famiglie in una morsa soffocante. Occorre prendere atto che purtroppo gli indigenti diventano sempre più indigenti; la classe media si sta rapidamente impoverendo, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi e spadroneggiano a loro piacimento. E’ evidente che c’è qualcosa che non va, e dovrebbe essere obbligo della politica recuperare il proprio ruolo, individuare programmi di interventi graduali partendo dal basso, da coloro i quali hanno più bisogno di sostegno, smettendola di guardare al naso senza vedere la luna, perdendosi nel giochino delle poltrone e del personalismo, dell’andare al governo senza sapere per che cosa fare. Se questa inversione di paradigma non avverrà anche al prossimo giro e le stelle continueranno a stare a guardare immobili… e il Paese andrà in malora.

Garantito.

Gli elettori però, forse saranno in tempo per evitarlo!

 



Augusto Casali
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