Democrazia diretta

La Democrazia Diretta - parte 2

La storia della “Democrazia diretta” viene fatta risalire attorno al 350 a.C., con l’esperienza della Grecia di Atene. I cittadini ateniesi infatti, senza ombra di dubbio, avevano la possibilità di sperimentare la “Democrazia diretta”, dibattendo e poi decidendo attraverso l’espressione di un voto sulle varie tematiche che riguardavano la Città.

Nella Roma repubblicana si svolsero elezioni, fu in qualche modo applicata la rappresentanza politica, vi fu ricambio della leadership, ma non vi fu nessuna modalità di democrazia diretta. Anche i Comuni, in Italia più che altrove, ebbero forme di politica e di rappresentanza ma non di “democrazia diretta”, cioè, non la possibilità da parte della comunità di assumere decisioni importanti collettivamente.
J.J. Rousseau, illuminista ginevrino (1712-1778), fu il personaggio che argomentò fortemente la necessità della “democrazia diretta”. Egli asseriva che la democrazia non potesse che esprimersi attraverso la partecipazione diretta e personale, garantendo di fatto la libertà di tutti e la formazione della volontà e quindi della maggioranza generale. Si spinse addirittura a criticare la democrazia inglese, l’unica allora esistente. Infatti Rousseau sosteneva che gli inglesi si sentivano liberi perché esercitavano il diritto di votare i propri rappresentanti, ma che gli stessi inglesi, votando solo una volta ogni cinque anni, erano sottomessi per tutto il resto del tempo. Molto più semplicemente gli inglesi avevano scelto, fin dagli inizi, convintamente, una democrazia parlamentare rappresentativa. Anche se nella nascente democrazia USA, gli inglesi, dissenzienti religiosi e i loro discendenti fecero abbondante uso della “democrazia diretta”, riunendosi nelle loro piazze e nelle loro chiese dove, dopo dibattiti e confronti anche molto accesi, decidevano direttamente.
Anche se si registrarono tentativi di affermazione della “democrazia diretta” o di qualcosa che gli somigliava vagamente, ( la Rivoluzione francese, la Comune di Parigi, la Rivoluzione bolscevica, ecc.) nel contesto europeo prevalse faticosamente la democrazia parlamentare e la rappresentanza prese il sopravvento, tranne che in Svizzera.
Anche la difficoltà dell’epoca di esercitare la “democrazia diretta” da parte in alcuni casi di migliaia o di milioni di persone, deve essere apparso un ostacolo difficilmente superabile che ha poi favorito l’affermazione di altri sistemi democratici.

Continua...

Augusto Casali

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