Democrazia diretta

La Democrazia Diretta - parte 5

Bene, assodato allora che la tecnologia (voto telematico), l’esiguità del nostro territorio e del numero di abitanti, possono agevolare enormemente la «Democrazia diretta», noi riteniamo che a San Marino, e in questo campo potremmo divenire un punto di riferimento internazionale, l’esercizio della «Democrazia diretta» potrebbe essere molto semplice,

abbattendo tutti i costi di reperimento dei vari componenti del seggio, dei militari preposti al presidio dei seggi stessi, del ristoro predisposto per queste figure, per non parlare poi dell’occupazione delle scuole o di edifici pubblici per diversi giorni, riducendo, evidentemente, anche i tempi di conteggio dei voti che potrebbero essere rapidissimi rispetto ala chiusura del seggi.
Noi de La voce del Monte, puntiamo all'istituzione del Referendum Days, un giorno all'anno (25 Marzo) in cui sarà possibile celebrare referendum, attraverso il voto telematico da poter esercitare in diversi luoghi pubblici lungo l’arco di una intera settimana precedente il 25 marzo, al fine di agevolare l’esercizio del voto per tutti i cittadini.
Ora, per giungere ad un tale risultato occorre invertire una tendenza, compiendo anche una operazione culturale. Infatti fino ad oggi, nella realtà sammarinese, il referendum è stato vissuto dal potere e dalla maggioranza di turno, come un ineluttabile rottura di scatole, da evitare possibilmente a tutti i costi.
Infatti tutti i Governi di turno si sono schierati contro i vari referendum presentati fino ad oggi, mentre il compimento di tutti gli adempimenti burocratici a cui i comitati promotori devono sottoporsi, per giungere all'ammissibilità da parte del Collegio Garante delle Norme, divengono una corsa ad ostacoli a volte insuperabile.
Infatti, la proposta di referendum da parte di almeno 60 cittadini sammarinesi, viene valutata, soppesata e sottoposta al giudizio del Collegio dei Garanti, il quale è divenuto rigidissimo negli ultimi tempi, annullando firme di sottoscrittori per semplici vizi di forma, perché viene fatta prevalere la legge sul Notariato infischiandosene del fatto che un cittadino, di fronte ad un quesito referendario, compie l’atto di uscire di casa per apporre la propria firma di sostegno ad una precisa proposta, di fronte ad un notaio pubblico abilitato a recepire l’atto della firma previa presentazione dei documenti di riconoscimento previsti dalla legge.
Insomma, a San Marino c’è la legge sul Referendum, ma si fa di tutto per non fare utilizzo di questo strumento di «Democrazia diretta».
Quindi molti sono già oggi gli interventi da proporre affinché la legge sul Referendum e la cultura della «Democrazia diretta» si affermino definitivamente.
E’ necessario quindi operare perché questo settore del nostro sistema democratico, venga valorizzato e considerato adeguatamente dalle norme generali vigenti.
Il cammino non sarà certamente semplice, occorre lavorare intensamente, ma probabilmente ne vale la pena!
Arricchire il nostro sistema basato sulla «Democrazia rappresentativa», con spazi codificati, accessibili e utilizzabili di «Democrazia diretta», penso sia un passo in avanti decisivo sul piano della «democrazia vera» e «concreta».

Continua...

Augusto Casali
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