L'Astrolabio

Conoscenza o atti di fede?

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Dalle ultime notizie relative alla nona sessione negoziale tra San Marino e Unione Europea, abbiamo appreso che tutto viaggia a gonfie vele, che l’Accordo di Associazione è al momento “ben strutturato e che apre a San Marino ottime opportunità di sviluppo".

Se è così credo che tutti i sammarinesi saranno più che soddisfatti e gli applausi generali si sprecheranno. Ciò che ancora non ho capito è quando quel che è venuto fuori dal negoziato verrà finalmente svelato, al fine di verificare se quel che genericamente è stato detto risponde alla realtà delle cose.
Se poi lo spinoso dossier riguardante i servizi finanziari è stato chiuso e alla fine conterrebbe gran parte delle richieste sammarinesi, meglio di così proprio non poteva andare!
Però, quando i cittadini verranno edotti nel dettaglio e non genericamente di quel che sta succedendo nel rapporto di San Marino con l’U.E., così da poter verificare quanto l’accordo sia vantaggioso per tutti?

Il negoziato, abbiamo appreso, dovrebbe essere parafato entro il 2023, poi si aprirà la fase di approvazione politica, vale a dire quando l’accordo è ancora allo stadio di ipotesi, di sentito auspicio, di desiderio, ma non è ancora parte del corpo degli accordi internazionali di San Marino vigenti. E allora, rientra nelle materie non sottoponibili a Referendum Abrogativo e Confermativo, come stanno delineando dal Governo, oppure no?
Non sono certamente un giurista ma personalmente penso che il Referendum Confermativo, di un trattato parafato ma non ancora approvato dai Paesi interessati e non vigente né in Europa, né a San Marino, possa senz’altro essere celebrato, soprattutto se richiesto con una legge apposita predisposta dallo stesso Consiglio Grande e Generale.
Sarebbe un atto di grande considerazione della politica nei confronti dei cittadini, i quali, tutti indistintamente, dovranno adeguarsi agli effetti della eventuale entrata in vigore dell’Accordo di Associazione all’Unione Europea, e penso che anche la stessa U.E. apprezzerebbe il coinvolgimento dei cittadini che fino ad ora non c’è stato. D’altronde che cosa se ne fa l’Unione Europea di un Accordo sopportato dai cittadini di San Marino e non sposato e condiviso?

Tra le altre cose ho sentito dire dal Segretario di un partito di Governo che le future alleanze si misureranno sulla condivisione o meno dell’Accordo con l’U.E. Mi pare di poter dire che questa posizione sia un po' pretenziosa se è vero che proprio recentemente il Consiglio Grande e Generale ha approvato un Ordine del Giorno con il quale le varie forze politiche si sono dette concordi ma senza firmare cambiali in bianco, che, tradotto in termini semplici. significa che i consiglieri non conoscono ancora i termini esatti dell’accordo e non sono disponibili ad atti di fede senza essere adeguatamente informati e senza il necessario coinvolgimento della popolazione. Infatti, Domani Motus Liberi, Libera e Gruppo Misto hanno apertamente manifestato la necessità di un Referendum sulla materia.

La situazione a me pare chiara: la trattativa con l’U.E. è stata ed è complessa, impegnativa e per i negoziatori non deve essere stato semplice, lo comprendo, però è altrettanto chiaro che la gestione della medesima ha lasciato molto a desiderare se è vero come è vero che l’anno 2023 si chiuderà tra meno di 50 giorni e nulla è dato di sapere con esattezza di quanto è stato stabilito fino ad ora; se l’accordo di associazione all’U.E. verrà parafato entro quest’anno è chiaro che si tratterebbe di un atto la cui responsabilità ricadrà esclusivamente sull’attuale Governo; anche sul ricorso al Referendum il Governo dovrebbe essere più chiaro, in quanto allo stato attuale ha posizioni assai nebulose e non mi pare abbia intenzione di ricorrervi l’Esecutivo, anche se varie forze politiche, tra le quali alcune di maggioranza, ne hanno già manifestato la necessità democratica.
Nessuno, ma proprio nessuno, può essere aprioristicamente contro l’Accordo di Associazione all’Unione Europea, ma tutti vogliono essere messi adeguatamente al corrente e valutare costi e benefici di questo eventuale, importante passo di politica estera.

E allora torniamo alla domanda di partenza; si vuole che i cittadini sammarinesi aderiscano al trattato San Marino/U.E. attraverso la conoscenza e la ragione, oppure che compiano un atto di fede?
Bisognerebbe uscire alla svelta da questa situazione ibrida, perché la posta in palio è notevole, sia per il Governo che per il Paese. Quindi, quando si pensa di coinvolgere veramente gli elettori sammarinesi rispetto ad una questione così rilevante per il futuro di San Marino?

Sarebbe auspicabile che risposte esaurienti arrivassero prima del 31 dicembre 2023!

 



Augusto Casali
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