L'Astrolabio

Abbiamo un problema!

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Se analizziamo bene, con realismo, la situazione esistente a San Marino ci accorgeremo che ci sono tante cose che non vanno, che andrebbero cambiate, che dovrebbero funzionare molto meglio in una micro realtà come quella sammarinese, che, tanto per rendere l’idea, equivale ad un quartiere di Roma, neanche tra i più grandi.

Se pensiamo a questo salta agli occhi il fatto che dovrebbe essere ben più facile gestire e fare funzionare le cose in un piccolo posto piuttosto che in una grande metropoli.
Invece, nel corso degli anni, abbiamo assistito ad un deterioramento della situazione generale del nostro Paese. Intanto siamo ormai soffocati da una burocrazia spaventosa che alimenta sé stessa e rende difficili anche le cose facili. Il cittadino viene fortemente penalizzato e spesso deve sottostare alle esigenze degli uffici pubblici, anziché essere gli uffici a disposizione dei cittadini. Questa inversione di parametro, da sola, crea enormi problemi che poi si espandono a catena.
Un altro aspetto preoccupante è la graduale perdita di senso dello Stato e di appartenenza ad una realtà riconosciuta e tramandata nei secoli da potenti, da saggi, e da studiosi, che meriterebbero di essere più conosciuti dalle giovani generazioni e più rispettati in senso generale. Un patrimonio storico e tradizionale di cui essere orgogliosi, che andrebbe difeso e tutelato e non dimenticato come a volte succede.
Certo, a San Marino, data la sua piccolezza, ancora persiste, in ogni campo, una dimensione umana che non riduce le persone ad un semplice numero ma ne conserva sostanzialmente la dignità, soprattutto quando ci si trova in condizioni di vulnerabilità. E’ dunque auspicabile che tutto ciò continui ad essere anche per il futuro.

Il Consiglio Grande e Generale, fatte le debite eccezioni, è stato ormai relegato ad un ruolo puramente notarile: il centro della vita economica, sociale e culturale, dove dovrebbero essere discussi i problemi e licenziate leggi che possano risolverli, attraverso il confronto tra cittadini eletti a rappresentare le aspettative della popolazione, purtroppo non decide più quasi nulla, perché semi esautorato in quanto tutto viene demandato alle ristrette Commissioni Consiliari, divenute piccoli centri di potere generatrici di gettoni di presenza, o a gruppetti di persone rigorosamente selezionate. Stando così le cose capite bene che sorge un grosso problema di rappresentatività sul piano democratico.

Tutto questo preambolo per dire che occorrerebbe rimettere un poco a posto le cose ma il lavoro è enorme e un qualche successo può verificarsi solo se ognuno di noi farà la sua parte, poiché lo Stato siamo noi tutti; è di noi tutti! E non possiamo sperare che un partito o un uomo della provvidenza possa da solo cambiare in meglio le cose e recuperi il terreno perso in anni in cui tutti hanno parlato di diritti, ma nessuno ha parlato di doveri. Come cittadini dovremmo avere il dovere di difendere e valorizzare la nostra statualità, la nostra storia e le nostre tradizioni.
A voi pare che tutto questo stia avvenendo?
A me pare proprio di no, ed è un vero peccato in quanto i campanelli d’allarme suonano da qualche tempo ma se continueremo ad ignorarli il rischio di perdere le nostre peculiarità, di confonderci nel tanto altro tutto uguale, perdendo le caratteristiche della piccola comunità, conscia del fatto che la sua grandezza sta proprio nelle sue limitate proporzioni geografiche che permettono tempi decisionali rapidissimi, rispetto ad altre realtà, il rischio – dicevo – diviene quasi una drammatica certezza.

Siamo ormai giunti alla fine di una legislatura che ha prodotto qualche luce ma tantissime ombre e allora l’occasione è propizia per farsi un esame di coscienza e chiedersi, come disse J.F. Kennedy, che cosa possiamo fare ognuno di noi per il nostro Paese. Penso che si debba riservare più attenzione alla politica, perché è indispensabile e senza la quale non è possibile governare le democrazie.

Chi se ne sta a casa pensando che la politica non li riguardi sbagliano di grosso, soprattutto se non sono soddisfatti per come vanno le cose, perché disinteressandosi non si fa altro che favorire chi governa e in qualche caso, congreghe che sperano proprio che in tanti si disinteressino e se ne stiano a casa, così loro, indisturbati, possono pensare ai loro interessi personali.
Riflettete, per favore.

Anche il ritornello che sono tutti uguali mi suona tanto come un alibi per disinteressarsi, perché San Marino è piccola e ci conosciamo quasi tutti, conosciamo le famiglie di provenienza e sappiamo benissimo quali sono i modi di vivere e di rapportarsi nella società di ognuno, e quindi sappiamo con esattezza che chi fa politica non è vero che sono tutti uguali, questa è una pietosa bugia detta a se stessi per mettere a tacere la propria pigra coscienza.

I cittadini hanno il compito di scegliere da chi essere rappresentati esercitando la democrazia, atto di grande significato. Alle prossime elezioni politiche generali si faccia uno sforzo: si scelgano bene le persone, al di là dei simboli. Si cerchino i capaci, perché i politici si dividono in due sole categorie:

  • i capaci e
  • gli incapaci,

e se poi i capaci sono anche onesti avrete davvero servito al meglio voi stessi e il vostro Paese.

Perché è proprio vero l’adagio popolare che recita:
«Ogni popolo ha il Governo che si merita»
in quanto siamo noi cittadini a scegliere e se sbagliamo è solo colpa nostra e non ce la possiamo prendere con nessuno!

 



Augusto Casali
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