La Storia di San Marino

La Storia dello Stato di San Marino - Cap. 4

Assodato dunque che San Marino è uno Stato dobbiamo chiederci quando ebbe origine la sua popolazione, i suoi confini territoriali originari ed infine quando la Comunità religiosa lasciò il passo ad un vero e proprio Ordinamento Comunale.

Il primo nucleo territoriale consistette indubbiamente nella sommità del Monte Titano e nell'adiacente terreno ottenuto in dono da Donna Felicità.
Successivamente, alla fine dell’IX Secolo, il territorio di San Marino era di circa 4 Kmq e per circa 300 anni non si ha notizia di ampliamenti del medesimo; poi sorto il Comune, il territorio si espanse per acquisto, per annessione e per conquista.
Nel 1100 il Comune acquistò il Castello di Pennarossa con la sua giurisdizione dai fratelli Polano, Buonconte, Federico e Arnoldo, conti di Montefeltro. Furono pagati 300 ducati d’oro.
Nel 1170 furono acquistati dal Monastero di San Gregorio in Conca alcuni fondi, tra cui parte del Castello di Casole e di Fiorentino, in cambio di 1.500 lire di Ravenna versate al Priore del Monastero.
Dunque, prima del 1253 il Territorio di San Marino comprendeva: la Guaita con l’abitato compreso nel primo girone, le Piagge, Poggio Castellano, Tezano, Santa Mustiola, Monte Cucco, Mercatale, Valdragone, Cailungo e Domagnano.
Complessivamente il territorio sammarinese era passato da 4 a 12 Kmq.
Poi, nel 1.253, fu acquistata l’altra metà del Castello di Casole da Taddeo Conte di Montefeltro, comprensiva di 18 fondi, per la somma di 400 monete di Ravenna e di Ancona.
Alla fine del XIII Secolo il territorio di San Marino era diviso in 10 zone quasi interamente coperte di boschi, denominate Gualdarie.
Le Gualdarie contavano da 150 a 650 ettari, raggiungendo complessivamente 2.520 ettari, corrispondenti a circa 26 Kmq.
Nel 1320 il territorio di San Marino aumenta ancora per l’aggiunta di Cerreto, menzionato nei documenti ma di cui si ignorano le modalità di acquisizione e per l’annessione di Busignano, i cui abitanti chiesero di far parte del Comune di San Marino, e al cui territorio era annessa una parte di Valle Sant’Anastasio.
A seguito di numerose guerre dovute affrontare per difendere i propri confini combattute contro i Vescovi Feretrani Uberto e Benvenuto, che accampavano diritti su alcune terre, i Sammarinesi occuparono a loro volta altri territori: Montemaggio, Tausano e Montefotogno, estendendo, a metà del XV Secolo, l’estensione del proprio territorio a 50 Kmq.
Poi, dopo un periodo in cui non si hanno notizie di ulteriori variazioni, nel 1375 San Marino acquistò da Checco di Donato di Bertinoro il Castello di Pietracuta per 34 ducati d’oro. Ma poi queste terre furono perdute. Non si sa come né perché. Non esistono documenti. Solo ipotesi.
Taluni imputarono la cosa alle scarse milizie di cui San Marino poteva disporre; altri hanno ipotizzato rinunce a seguito di trattati di pace; altri ancora hanno ammesso che furono venduti e con il ricavato fossero state rafforzate le mura castellane; lo storico Melchiorre Delfico sostenne che ciò avvenne «… per una romana curialesca prepotenza.».
Sta di fatto che nel 1389 il territorio di San Marino non occupava più di 32 Kmq.

 

Continua...

 

A cura di Acì
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