La Storia di San Marino

La Storia dello Stato di San Marino - Cap. 18

Una volta riunito il Consiglio, dopo le preghiere che vedevano i Capitani e i Consiglieri in ginocchio, rivolte «a Dio e a San Marino», si estraevano a sorte due arringatori

i quali avevano il compito di esprimere il loro parere circa la proposta avanzata dai Capitani, dopo di che ciascun Consigliere poteva intervenire esprimendo la propria opinione, e nel caso non ci fosse concordanza si addiveniva alla votazione segreta delle proposte.
Molto severa era la disposizione contro chiunque si permettesse di perorare per sé o per altri una causa presso i Consiglieri allo scopo di ottenere impieghi o giustizia o favori, sotto pena, per chi domandava, di 25 scudi e per chi prometteva, oltre la multa, anche l’esclusione in perpetuo dal Consiglio.
Non è però dato di sapere con certezza se queste norme abbiano avuto mai effetto o se siano mai state applicate.
Il Consiglio si riteneva legalmente convocato con la presenza di almeno 40 Consiglieri e le deliberazioni venivano assunte a maggioranza di voti, solo se si trattava di tasse, di grazie o di spese di qualsiasi entità, si richiedevano i 2/3.
La distinzione tra i Consiglieri consisteva solo in cittadini, terrieri e contadini. Mai nessun cenno ai nobili. Infatti la nobiltà era riconosciuta di fatto senza che nessuna legge l’abbia mai codificata. Solo verso la metà del “600 troviamo un cenno alla nobiltà, ma a poco a poco il Consiglio venne distinto in tre ordini:

  • Nobili;
  • cittadini e
  • contadini.

Fu una evoluzione influenzata dai luoghi vicini e dalla consuetudine invalsa nel secolo delle Accademie e dei titoli nobiliari.
Durante il periodo della Repubblica Cisalpina, col diffondersi e il prevalere delle idee democratiche, anche a San Marino, in seguito a suppliche e preghiere, i Consiglieri così detti Nobili rinunciarono al titolo «per mantenersi al livello con gli altri signori consiglieri», e furono omessi anche i titoli di Eccellenza per i Reggenti.
Non passò molto tempo però, e con l’avvento dell’Impero di Francia e del Regno d’Italia, ne venne ripristinato l’uso. Con un Decreto del 1807 i Consiglieri furono di nuovo distinti in 20 Nobili, 20 Cittadini e 20 Contadini e dei due Capitani uno doveva essere Nobile e l’altro della Terra o del Contado.
Il Consiglio assunse la denominazione di Principe e Sovrano; il popolo non ebbe più la possibilità di eleggere i Consiglieri mancanti.
Ai Padri Famiglia veniva consentito appena il diritto di varcare la soglia dell’Aula una volta ogni sei mesi in occasione dell’assunzione delle nuove Reggenze: La prima domenica immediatamente successiva all'ingresso dei nuovi Reggenti infatti, al suono della campana di mezzogiorno, il popolo era ammesso nella sala del Consiglio a presentare le così dette istanze d’Arengo. L’Arengo semestrale era semplicemente una illusione lasciata al popolo quando il Consiglio era totalmente chiuso in sé e i cittadini non avevano più alcuna ingerenza nella cosa pubblica.
Durante questo Arengo, lontano ricordo della primiera forma di Sovranità popolare, venivano raccolte le istanze verbalmente o per iscritto. Non venivano discusse immediatamente, ma per Decreto del 15 aprile 1890, esse godevano il privilegio di essere poste all'ordine del giorno delle sedute consigliari ogni semestre.
Questo Arengo esiste ancora oggi.

 

Continua...

 

A cura di Acì
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