La Storia di San Marino

La Storia dello Stato di San Marino - Cap. 22

Il Partito Popolare Sammarinese nell'aprile 1920 presentò una istanza affinché il Consiglio si sciogliesse e fossero indette nuove elezioni.

Il Gruppo Socialista Operaio riconosce che il Consiglio così come composto non rappresenta più il pensiero dei cittadini e appoggia la proposta, aggiungendo che i poteri della Reggenza fossero protratti fino all'entrata in carica del nuovo Governo scaturito dalle elezioni. I Socialisti inoltre proposero che fossero apportate modifiche alla Legge Elettorale, con l’introduzione del Collegio Unico, della rappresentanza proporzionale e del suffragio universale. Le proposte furono in parte accettate e in parte contrastate.
Comunque sta di fatto che il 15 ottobre fu varata dal Consiglio la nuova Legge Elettorale. Nel novembre successivo la celebrazione delle Elezioni fece registrare il seguente esito:

  • P. P. S. 29 seggi;
  • Socialisti 18 seggi;
  • Democratici 13 seggi.

A seguito però della mancata accettazione dei Socialisti furono indette nuove elezioni il 10 aprile 1921 e i Popolari si aggiudicarono 10 dei 18 seggi mancanti ottenendo così la maggioranza.
Il 10 agosto 1922 venne ufficialmente fondato il Partito Fascista Sammarinese. Il Consiglio venne a perdere la metà più uno dei suoi membri e quindi per decreto venne dichiarato sciolto e per il 4 marzo 1923 vennero indette nuove Elezioni che si celebrarono a lista unica concordata della quale facevano parte 30 Facissti, 20 Popolari e 10 Democratici. Ma prima ancora dello scadere della quadriennale legislatura il Partito Fascista Sammarinese, essendo riuscito a varare una ulteriore nuova Legge Elettorale, indisse nuove elezioni per il 12 dicembre 1926, sempre con lista concordata, ma della quale facevano parte 45 Fascisti; 3 Fiancheggiatori; 12 Democratici. Il P.P.S. nel frattempo era scomparso dalla scena politica.

L’esito delle Elezioni fu il seguente:
Elettori residenti in Repubblica 2872
Elettori residenti all'estero 1433
Votanti 2445
Voti ottenuti dalla lista denominata «P.F.S.» 2444
Schede nulle 1.

Man mano che passava il tempo le tendenze si livellavano e la vita per i partiti era sempre più difficile, così scomparivano assorbiti o repressi.
Nelle successive elezioni fu eletta una Lista totalitaria con immancabili plebisciti.
D'altronde la Legge Elettorale dell’11 ottobre 1926 segnò, sotto l’aspetto democratico, un evidente balzo indietro. Infatti restrinse il corpo elettorale ai soli capi-famiglia; lasciava minore facoltà di scelta all'elettore, in quanto le elezioni avvenivano solo per 58 Consiglieri perché i Reggenti ne facevano parte di diritto; dava agli elettori più di rado la possibilità di nominarsi i propri rappresentanti, in quanto la durata della Legislatura fu portata da quattro a sei anni; aboliva il sistema proporzionale sostituendolo con il sistema maggioritario.
Tutto questo durò fino alla storica data del 28 luglio 1943, quando caduto il fascismo, la Repubblica riprese la via indicata il 25 marzo 1906 e dal 15 ottobre 1920.
Infatti, dopo il 25 luglio italiano, in seguito alla dimostrazione della cittadinanza, la Reggenza Michelotti-Manzoni dichiarava sciolto il Consiglio ed istituiva un «Governo provvisorio» composta da 20 liberi cittadini a cui se ne aggiunsero altri 10.
Venne immediatamente abolita la Legge Elettorale del 1926 e richiamata in vigore quella del 1920. I comizi elettorali furono convocati per il 5 settembre 1943.
Le Elezioni avvennero con lista unica concordata.
Il 16 settembre 1943 il nuovo Consiglio tenne la sua seduta inaugurale.

 

Continua...

 

A cura di Acì
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