L'Astrolabio

Gli ultimi cinque minuti...

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Siamo giunti dunque agli ultimi cinque minuti della Legislatura in corso.

Dopo il bilancio, nel 2024, mese più mese meno, i sammarinesi saranno chiamati a rinnovare il Consiglio Grande e Generale: una impresa difficile in quanto il grigiume politico, che ha contraddistinto questi ultimi anni, di fatto ha prodotto una melassa collettiva che rende difficile intravvedere differenze, non dico ideologiche, che sarebbe troppo ma anche solo ideali. Tutti uguali, tutti politicamente corretti, tutti, o quasi, convertiti al pensiero unico, come se le cose nel nostro Paese andassero tutte bene, senza problemi, senza ostacoli e lascino pensare ad un futuro sereno per le nuove generazioni.
Purtroppo a me pare che non sia proprio così e che un ritorno ai propri ideali, ai propri valori fondanti e alla propria identità servirebbe molto a fare chiarezza nei confronti dei cittadini elettori che, forse, tornerebbero ad orientarsi, e capirebbero meglio le differenze esistenti tra le varie forze politiche. Infatti le politiche adottate per la soluzione dei problemi in questo strano periodo storico non possono essere uguali per tutti. Un tempo le soluzioni proposte dai cattolici erano profondamente diverse da quelle avanzate dai comunisti e quelle indicate dai socialisti erano differenti dagli uni e dagli altri. Allora entrava in campo la politica, il dialogo, il confronto, anche aspri, ma poi occorreva governare il Paese e allora si giungeva ad una sintesi accettabile da tutti nell’interesse generale di ogni sammarinese, senza prevaricazioni o egemonie, e l’alternanza democratica alla guida del Paese né è una testimonianza inconfutabile.
Tutto questo si è perso nel corso degli anni; i partiti hanno perso di autorevolezza ma anche di rappresentatività, il personalismo l’ha fatta da padrone e gli orizzonti si sono ristretti: non più progetti a favore del benessere generale ma progetti pensati da pochi e per pochi, tesi a favorire un buon raccolto nel tempo più breve possibile, mentre gli interessi generali mi pare passino in secondo ordine. Tutto è segreto a San Marino, riunioni di Commissioni Consiliari, sedute del Consiglio Grande e Generale, per non parlare di Tribunale o di accordi con l’U.E. Tutte cose di estrema importanza per l’intero Paese e per ogni singolo cittadino sammarinese, eppure questo è il sistema che si è insinuato nel silenzio quasi generale.
Tacciono le forze politiche, ormai divenute cultrici del pensiero unico; tacciono i sindacati ammaestrati; tacciono le organizzazioni di categoria, ognuna protesa a risolvere il proprio problemino e in pochi, davvero pochi, sembrano rendersi conto dell’andazzo e del declino della nostra società e sono così eretici da dire apertamente ciò che pensano, anche in disaccordo con il pensiero unico. In altri paesi tutto questo si chiamerebbe democrazia, da noi, se possono, ti isolano.

Bene o male siamo comunque giunti agli ultimi cinque minuti della legislatura; sono anche gli ultimi cinque minuti per parafare l’Accordo di Associazione all’Unione Europea, di cui sono state tessute le lodi nel corso della Conferenza Politica della D.C., Partito guida dell’attuale Governo.
Evidentemente tutti quelli che hanno parlato avranno letto l’ipotesi di accordo, perché altrimenti non si capisce di che cosa abbiano parlato. Il problema rimane per tutti gli altri cittadini sammarinesi, che non sanno ancora quali siano i costi e i benefici dell’operazione, in quanto il Paese non è stato consultato sulla materia che impegnerà per il futuro tutti i cittadini di San Marino.

Sono gli ultimi cinque minuti anche per pensare come affrontare le prossime elezioni grazie ad una Legge Elettorale ben distante dal concetto di vera rappresentatività del corpo elettorale.
Qualcosa è già successo tra le forze politiche ma i più devono decidere e presto, che cosa fare, perché non è possibile rimanere in bilico per troppo tempo e questo è un problema soprattutto per gli opportunisti che se sbagliano mossa sono fritti e quindi gli ultimi cinque minuti saranno per loro lunghissimi.

Poi ci sono i fedelissimi della poltrona, che per loro è mamma e babbo. Pronti sempre a genuflettersi, disponibili, fedeli, che di solito si schierano con i più forti sulla carta.
Già, ma siamo sicuri? - si domanderanno – con angoscia comprensibile.
Ci sono i sicuri, per quanto possa essere sicura una elezione, i quali possono permettersi forse un po’ più di tempo ma non troppo perché se per caso si arriva al ballottaggio la sicurezza si va a fare benedire.
Ed infine ci sono quelli che sanno di essere a fine corsa. Hanno spremuto il limone fino all’estremo ed ora, loro malgrado, dovranno gettare la spugna. L’unica speranza è quella che l’attuale Governo duri un mese di più ma anche quindici giorni andrebbero bene; una settimana sarebbe meglio di niente. Cinque minuti, ancora cinque minuti, per favore!

Chissà in quanti apriranno gli occhi in tempo; chissà se riconosceranno i rivoluzionari da strapazzo, i finti profeti, i pataccari di professione, gli scalda poltrone e gli spingi bottone e i cazzari, quelli che le sparano grosse, anche se sono Segretari di Stato.
Chissà!

Un semplice ritorno alle proprie identità originarie, senza mezze misure e senza vergogna, forse potrebbe essere la ricetta giusta per un piccolo Paese, uno Stato che dovrebbe continuare ad essere conscio della sua storia, della sua tradizione ma anche della sua entità, che per quanto possa essere grande l’elefantiasi di alcuni suoi rappresentanti istituzionali, non potrà mai inserire nella nostra micro realtà uova troppo grandi per il nostro territorio, tanto da rasentare il ridicolo!

 



Augusto Casali
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