L'Astrolabio

L’ultimo Natale della Legislatura

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Il tempo passa inesorabile e tra un paio di settimane sarà nuovamente Natale, la festa forse più sentita dai bambini, ma anche dai più grandi. Sarà l’ultimo Natale della Legislatura in corso perché il 2024, tra le cose certe, ci porterà le Elezioni Politiche Generali.

E allora guardiamoci un poco indietro per vedere che cosa ci ha lasciato il tempo andato:

  • ci ha lasciato la possibilità di festeggiarlo il Natale, fin quando sarà possibile. Già, perchè l’Agenzia SIR, il 24 Ottobre 2023, ci ha fatto sapere che il Presidente dell’Istituto Universitario Europeo, finanziato dall’Unione Europea, Renaud Dehousse, chiede alla comunità accademica di cambiare nome alla festa di Natale «per eliminare il riferimento cristiano» ed essere «inclusivo». Come andrà a finire il dibattito in corso non lo so, ma intanto, fin che possiamo, festeggiamo la nostra cultura e le nostre tradizioni.
  • Ci ha lasciato l’illusione che i moralizzatori del Tribunale ripulissero il mondo politico nostrano, brutto e cattivo, ma poi si è capito che i buoni non erano poi così buoni, retti e trasparenti come dicevano e come tanti opportunisti volevano farci credere. Più miseramente imprenditori esterni ed interni, politici modestissimi e ambienti giudiziari sono stati parte di un tentativo di impadronirsi del sistema San Marino.
    Verrebbe da dire: da che pulpito veniva la predica!
  • Ci lascia la rinuncia troppo disinvolta della tradizionale posizione di neutralità attiva, immolata sull’altare della guerra Russia/Ucraina e delle scelte dell’U.E.
  • Ci lascia una Sanità che, per quanto sia apprezzabile l’impegno del personale sanitario e para-sanitario rimasto in prima linea, fa acqua da tutte le parti e non risponde più alle reali esigenze quotidiane dei cittadini. Troppa burocrazia; un sistema organizzativo mutuato dall’Italia, quando dovremmo fare i conti con una popolazione di poco più di 30.000 abitanti, sui quali ripensare l’organizzazione generale, restringendo al massimo gli spazi e le ingerenze politiche.
  • Ci lascia bollette del gas in particolare, ma anche le altre utenze, che hanno raggiunto livelli stratosferici, di fronte alle quali i massimi responsabili politici ed amministrativi si sono rivelati impreparati, contradittori e inadeguati rispetto alla gestione del momento contingente e alla gestione dell’Azienda Autonoma del Servizi più in generale. Nessuno ancora ci ha spiegato come sia stato possibile in pochi anni dilapidare un capitale di decine e decine di milioni di euro. Il risultato concreto è che alcune famiglie non riescono più a far fronte a tali utenze.
  • Ci lascia un sostanzioso debito pubblico, che prima o poi, in un modo o nell’altro, dovrà essere ripagato. Naturalmente non da coloro che lo hanno aperto e continuato, ma da chi verrà dopo: i nostri figli e i nostri nipoti. Ma quel che più mi pesa è il fatto che il debito non è servito e non serve per fare economia ma più semplicemente, serve per fare fronte alle spese correnti, quindi senza prospettiva, come se si corresse sul tapis roulant: un gran dispendio di energie per rimanere praticamente fermi sullo stesso posto!
  • Ci lascia un possibile Accordo di Associazione all’Unione Europea, questa U.E., che non somiglia molto all’Unione pensata dai fondatori. Ho seguito un po’ la Conferenza Politica della DC svoltasi nel week end scorso e devo dire che sono rimasto colpito dal messaggio monocorde favorevole alla stipula dell’accordo. Tutti gli intervenuti erano rappresentanti di qualche cosa ma prima di tutto democristiani, tranne il segretario della C.S.d L., che ho avuto l’impressione dicesse ciò che la platea voleva sentirsi dire, dimenticandosi però di ricordare che egli stesso ha affermato che il referendum si deve fare ma rendendo edotti i cittadini che, questo lo dico io, fino ad oggi informati non lo sono stati. Comunque, qualche dirigente della DC, si è lasciato andare a conclusioni un po' azzardate. Praticamente ha detto che, visto che tutto il Paese è favorevole (per tutto il Paese intendeva i 50 presenti alla Conferenza) è praticamente inutile ricorrere al Referendum.
    Io non voglio commentare ulteriormente, fatelo voi!
    A questo punto penso proprio che se il Governo è deciso ad andare avanti per poter dire che qualcosa ha concluso, anche se penso che molti membri dell’Esecutivo non sappiano quasi nulla, lo faccia: vada a parafare l’Accordo e si assuma tutta la responsabilità dell’atto di fronte ai cittadini sammarinesi che comunque dovrebbero, a mio avviso, avere l’ultima parola per una decisione i cui effetti ricadranno su ognuno di noi negli anni a venire.
  • Ci lascia un Consiglio Grande e Generale, l’organo rappresentativo della popolazione, che dovrebbe assumere tutte le responsabilità necessarie a governare un Paese, ormai privato del proprio ruolo e relegato ad una funzione puramente notarile.
  • Ci lascia una legge elettorale che allontana gli elettori dalla effettiva rappresentatività rispetto alla volontà espressa con l’esercizio del voto. Lacci e lacciuoli portano in Consiglio Grande e Generale rappresentanti di forze politiche premiate e toglie rappresentanti di forze politiche penalizzate o addirittura escluse in virtù di norme che non rappresentano, nell’Organo Legislativo, le esatte percentuali decretate dal corpo elettorale, cosa che può avvenire solo con il ritorno alla Legge Elettorale proporzionale.
  • Ed infine ci lascia un quadro politico confuso, con l’ennesima maggioranza naufragata prima della fine della Legislatura e poi rabberciata, raccogliendo di tutto, naufraghi, personaggi discussi e discutibili, forze politiche in cerca di ruolo e, soprattutto, cacciatori di poltrone fini a sé stesse.

Quindi non penso che ci saranno molti rimpianti per questo Natale 2023.
Aspettiamo con piacere quello del 2024, anche se il compito di chi dovrà guidare il Paese per i prossimi cinque anni, visti i problemi che ci stanno di fronte, non sarà dei più semplici ma fare un po’ meglio di questi ultimi anni non dovrebbe essere impossibile!

 



Augusto Casali
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